“La passeggera”, un viaggio tra realtà e misticismo all’inizio del ‘900

“La passeggera” di Daniela Frascati (edito da Scrittura & Scritture) cattura subito il lettore per la capacità indiscussa della scrittrice di coinvolgerlo sin dalle prime pagine.

Una storia a primo impatto normale che comincia narrando uno strano fenomeno i cui protagonisti sono una bambina e dei gabbiani: grazie a queste poche righe è possibile percepire quella sottile linea tra reale e irreale che caratterizza buona parte del racconto. Daniela Frascati ci catapulta nel 1914, in una Europa in fermento per il nuovo millennio, ma ancora ignara dei terribili avvenimenti che ne sconvolgeranno per sempre l’equilibrio, non solo politico ma anche (o forse soprattutto) umano e morale.
In questo clima si sviluppa la vicenda de Il Paradiso, lussuoso transatlantico che parte dal porto di Marsiglia alla volta del grande sogno americano. Alla guida il famoso e integerrimo capitano Zocalo circondato da molti altri personaggi, tra cui il medico di bordo Nerio Ferrer, passeggeri di ogni ceto sociale, famiglie in cerca di fortuna nel Nuovo Mondo e ricchi rappresentati della più alta borghesia europea. Se all’inizio del libro la distinzione economica e sociale è forte tra i passeggeri, man mano che la storia si sviluppa, dalle pagine emerge quella inoppugnabile certezza per cui davanti a certi avvenimenti non esistono differenze di classe, i soldi non possono comprare tutto ed il destino è un intreccio di eventi e storie, di passato e futuro, che nel presente possono mescolarsi fino a formare una miscela esplosiva a cui nessuno può sottrarsi, soprattutto se ci si trova in una nave nel bel mezzo dell’oceano ed in completa balìa degli eventi.
Filo conduttore tra i diversi personaggi è una bambina, Aquilinia, quella stessa che all’inizio del racconto sembra essere solo una passeggera di terza classe come moltissimi altri bambini sulla nave. La sua storia è l’unico momento del racconto dove la realtà lascia completamente spazio al surreale, al mistico ed al soprannaturale. Ella è infatti dotata di un lato oscuro la cui storia, raccontata solo a metà del libro, sembra legare insieme le vite di persone altrimenti molto diverse tra loro. Sullo sfondo un misterioso male che avvolge e sconvolge Il Paradiso e le persone che vi si trovano.
Insomma, La passeggera risulta essere un libro dalla storia singolare, che tratta temi anche forti ma che riesce a tenere il lettore incollato alle pagine grazie ad uno stile di scrittura fluido e pulito. L’autrice riesce a dare le giuste informazioni senza perdersi in descrizioni troppo dilungate, riesce a sviluppare gli eventi nel modo migliore, al punto da tenere il lettore sulle spine senza annoiare mai. Una lettura piacevole, uno stile di scrittura scorrevole e una storia che fino all’ultimo non lascia spazio alla possibilità di delineare un possibile finale: tutti questi aspetti fanno de La passeggera un libro adatto a tutti i lettori, che lascia, oltre al piacere stesso della lettura, moltissimi spunti di riflessione su aspetti della natura umana assolutamente non facili da raccontare.
Rosalinda Amodio

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