Vietato leggere “L’orrore numero 91” prima di andare a dormire

Orrore numero 91

Sole 76 pagine di angoscia, mistero, adrenalina e paura.

Ebbene sì, ho avuto la malsana idea di leggere “L’orrore numero 91” (edito da La strada per Babilonia) sotto le lenzuola proprio poco prima di addormentarmi. Ovviamente finire tra le braccia di Morfeo non è stata impresa semplice dopo aver letto queste pagine. Il bravissimo autore Paolo Ferrara è cresciuto a pane e arte, frequentando i corsi più disparati. Dal fumetto al teatro fino ad un Master in tecniche della narrazione presso la Scuola Holden di Torino.

Una penna sapiente e diretta, in grado di trasportare il lettore fin dentro le paure più profonde.

Quattro racconti brevi in cui si verrà catapultati da un “orrore” all’altro.

Si comincia con quello che da il nome al libro. “L’orrore numero 91”. Un esperimento. Un terribile esperimento La minuziosità con la quale l’autore descrive i ritrovamenti delle tante vittime che s’incontreranno lungo lo scorrere delle pagine e i tanti dettagli, rendono la storia estremamente realistica. Viene da guardare in fondo al corridoio che tutti abbiamo in casa.  Ci si stringe nelle coperte facendo attenzione a non fare uscire nemmeno un lembo di pelle dal proprio letto. Ovvio che non sarà questo a salvarci ma fin da piccoli, almeno per me, i confini sono sempre stati fonte di effimera tranquillità.

Il secondo racconto è intitolato “Pizzicorio”. Ebbene sì, l’incubo di chiunque. Sentir partire un leggero prurito che parte da un piede e si dipana ovunque nel corpo. La voglio di strapparsi via la pelle per liberarsi sì…ma da cosa?

Si passa così al “Ricamatore” che è il più corto dei quattro. Pochissime pagine, appena quattro per far accapponare la pelle. In tutti i sensi.

In chiusura arriva poi “L’autostoppista”. Ecco, leggendo quest’ultimo ho avuto davvero l’impressioni di aver fatto la scelta sbagliata nel leggerlo di notte. Intendiamoci, io sono un pauroso. Temerario non è un aggettivo che mi si addice. Sono il tipo di persone che non vuole fare le case “horror” nei parchi giochi e se le fa, le affronta con gli occhi chiusi. Mani in spalla al pover’uomo che mi precede e gridolino facile. Dunque non è che a scrivervi sia proprio la persona che non cede mai alla paura.

Tant’è, si tratta di un racconto che sul finale vi farà pensare per minuti e minuti a come liberarvi dal danno che vi siete appena causati.

Non aggiungo altro…o forse dovrei. Dovrei raccontarvi di cosa ho letto. Per liberarmi del fardello di cui mi sono appena caricato le spalle. Ho pochi giorni…pochissimi prima che sia troppo tardi.

Emiliano Gambelli

Cantautore e scrittore per passione, "non" poeta per mia stessa ammissione, sognatore e poi sì, ho anche un lavoro vero.

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