Cosa abbiamo sognato nei mesi durante i quali eravamo costretti a casa? E come abbiamo deciso di interpretare i nostri sogni?
I mesi trascorsi sono stati quanto mai particolari. Tempo fa circolava sui social un post divertente:
Mi sento il protagonista di una serie tv scadente che è arrivata alla quarta stagione e gli scrittori non sanno più come portare avanti questo show imbarazzante, allora ci inseriscono una improbabile pandemia.
Il post
Per quanto sia forse di uno humor dozzinale, il post ha riassunto la sensazione di molti: la pandemia ci è cascata addosso senza previsioni. C’è chi ha dovuto affrontare tempi durissimi e tristi e chi si è ritrovato chiuso in casa a seguire scrupolosamente e senza discutere – magari anche per la prima volta – delle direttive governative.
La situazione nuova, piuttosto allarmante e decisamente disorientante ha condotto a riflessioni che spesso si sono rivelate profonde.
Da queste riflessioni nasce un libro che indaga nella parte più indifesa di noi stessi: il sogno.

dal libro “Mi ritrovo davanti a uno specchio” di A. Marconcini
Le pagine per interpretare i sogni della quarantena
“Mi ritrovo davanti a uno specchio” di Alessia Marconcini, edito Progedit, è un libro “vero”. Un libro che ha collezionato, perché non andassero perdute, le sensazioni della quarantena.
Alessia Marconcini è psicologa e psicoterapeuta, ha raccolto le testimonianze oniriche dei suoi pazienti durante l’emergenza sanitaria e il lockdown. Ci si aspetterebbe dei sogni dettati dall’ansia del presente, sogni di carestie e catastrofi. Eppure, leggendo le pagine di Alessia, si scopre ben presto che l’inaspettato arrivo del virus rivela la precarietà del presente, costringendoci in qualche modo a ripensare alla propria vita in toto.
Il sogno, legato all’emergenza e alla quarantena, ci pone in una posizione di rilievo, dalla quale noi guardiamo noi stessi staccandoci dalla materialità dell’attimo. Alessia preferisce la metafora dello specchio (da qui il titolo). Comunque, senza la distrazione di un presente che ci impegna in piccole cose, è come se riuscissimo in qualche modo a trovare noi stessi e a capire chi siamo. O meglio, a intuire chi siamo. Capirlo è più complesso – da qui il bisogno di raccontare il sogno a qualcuno, per decodificarlo.
Il libro di Alessia è un libro che non mente, non si abbandona a fantasie romanzesche, ma spiega con calma, chiarezza ed eleganza.
“Di cosa abbiamo paura adesso, del virus o del vuoto?” si legge sulla trama del libro “Può il sogno sostituire il vuoto, le parole non dette, le esperienze sospese?”. Così si sognano amori e conchiglie, luoghi lontani e esperienze segnanti.
Cristiana Toscano
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