Un grande thriller scritto da una storica di valore che al medioevo ha dedicato anni di studio.
Una trama avvincente fra personaggi imparati sui libri di scuola e che ora rivivono in un romanzo che si legge davvero d’un fiato. Un medico infallibile e misterioso, Arnaldo il Catalano che possiede qualcosa da cui dipende la salvezza della Francia. Un bandito, forse non del tutto umano, perché ha in corpo la rabbia di un dannato e la sua faccia appartiene al regno delle ombre. Un re, Filippo IV di Francia, detto il Bello ma anche l’Alfiere di Cristo. L’atleta della fede, l’uomo più potente al mondo, nipote di Luigi IX, il re santo.
Ma anche una bella e affascinante regina, Giovanna di Navarra, sempre più costretta nelle maglie di un ruolo pubblico e secondario, stanca di essere sottomessa all’interminabile ridda di obblighi, cerimonie, scadenze, vili compromessi e umilianti controlli. E, infine, il sommo poeta, si proprio lui, Durante di Alaghiero Alaghieri, meglio noto come Dante Alighieri.
Sono solo alcuni dei tanti riuscitissimi personaggi che animano I sotterranei di Notre Dame, edito da Newton Compton, e scritto da Barbara Frale, una delle nostre migliori storiche autrice di saggi di rilevanza, molti dei quali legati al mondo dei Templari, al mistero della Sindone ma anche a Celestino V, il papa del gran rifiuto, la cui vicenda è stata ricostruita dalla Frale in un fortunato saggio per i tipi della Utet prefato da Franco Cardini, con cui ha proficuamente collaborato come consulente storica, per la serie I Medici. Master of Florence di recente trasmessa dalla RAI.
Per la Frale non si tratta di un esordio.
Già in passato, infatti, si era cimentata con il mondo della narrativa. Ha scritto apprezzati romanzi come La lingua segreta degli Dei, edito da Mondadori. Qui si narrano le avvincenti peripezie legate alla ricerca di un tesoro inestimabile di cui si parla in un antico papiro.
Parigi, anno domini 1301. Nella più grande metropoli d’Europa, dove i contrasti sono stridenti, si celano segreti irriferibili, sedimentati nei sotterranei della più misteriosa fra tutte le chiese: Notre-Dame.
Cosa si nasconde nell’ipogeo di quella cattedrale che secoli dopo Victor Hugo eternò per sempre nel suo romanzo più bello? Perché è così importante che il cerusico Arnaldo il Catalano, che ha vaticinato che dai sotterranei di Notre Dame l’Anticristo invaderà la terra, torni quanto prima a Parigi? Che ruolo riveste Dante Alighieri, che in quei turbinosi anni sta perfezionando il suo capolavoro, la Divina Commedia? È davvero a rischio la monarchia francese, minacciata dalle sottili trame del demonio?
Domande che si affollano sullo sfondo di un Europa segnata dalla lotta senza tregua fra poteri.
Da una parte la chiesa, rappresentata dall’ambizioso papa Bonifacio VIII e dall’altra la Francia, guidata dal serafico e taumaturgico Filippo IV, protagonisti di confitto che toccherà vette imprevedibili come nel famoso schiaffo di Anagni.
In un periodo in cui medicina e alchimia si confondono, sapere e superstizione si scontrano, si snoda la trama straordinariamente avvincente de I sotterranei di Notre dame, un romanzo scritto con il rigore della storia ma anche con la fervida fantasia tipica della narrativa, con continui colpi di scena, senza eccessi di banalità o inopportune cadute di stile.
La Frale ci porta con mano ferma per le vie dei sobborghi di Parigi. Tra file «di case lunghe e striminzite, cresciute l’una a ridosso dell’altra come brutte sorelle» e nel cuore della città, sull’isola della Senna, dove si staglia potente e misteriosa la grande cattedrale, fra strade eleganti su cui si affacciano belle case, abbellite da dettagli in pietra chiara. Ma la Frale ci conduce anche a Roma, alla corte dell’ambizioso pontefice Bonifacio VIII; e a Firenze, la città dei Medici, in un viaggio nel medioevo che non delude mai il lettore, attraverso una efficace caratterizzazione dei diversi personaggi che si muovono fra fantasia e realtà.
Un libro che, per usare le parole del grande Umberto Eco, si legge davvero di gusto.
I sotterranei di Notre Dame rappresenta un riuscito tentativo di raccontare la storia attraverso gli strumenti della fantasia, il sogno inconscio di ogni storico.
Maurizio Carvigno