Il cinema in penombra: Elvira Notari raccontata da Chiara Ricci

Il cinema in penombra di Elvira Notari

Un libro, scritto da Chiara Ricci, racconta la storia di questa regista dei primi del Novecento che sulla pellicola raccontò la sua epoca

Prima che il cinema diventasse la fabbrica dei sogni, fu uno strumento unico per raccontare il mondo. Siamo ai primi del Novecento e c’è una donna dietro la macchina da presa che ha reso grande il cinema italiano, una donna coraggiosa e determinata, che con il suo lavoro è riuscita a raccontare le sue storie. E’ Elvira Notari, napoletana, nata a Salerno nel 1875, con una grande passione per le storie e un talento straordinario nella regia.

Il cinema in penombra

Ce lo racconta il libro di Chiara RicciIl cinema in penombra di Elvira Notari”, edito da LFA Publisher, con un racconto approfondito anche dell’epoca in cui questa donna speciale ha vissuto. Per comprendere il suo lavoro straordinario è infatti necessario immergersi nei vicoli di Napoli, nei primi anni del Novecento, chiassosi e allegri, dove però c’era anche tanta povertà e ignoranza. Qui, in queste strade, il cinema era una via di fuga unica, una finestra che si apriva su un mondo diverso, su un modo di vivere che faceva sognare con le sue storie. A Napoli il cinema era amato, desiderato: i film muti venivano accompagnati da orchestre che suonavano dal vivo, per vedere un film si risparmiava anche sul mangiare.

Il cinema alla fine è una fabbrica di storie e in questo Elvira Notari fu bravissima: scrisse, diresse e anche curò il montaggio di oltre 60 opere, tra corto e lungometraggi. Purtroppo solo pochi di questi lavori sono arrivati fino a noi, ma nei testi delle sue sceneggiature si possono ritrovare temi ricorrenti. Il libro di Chiara Ricci ne contiene ampi stralci. Innanzitutto la Notari parla di donne, anche se non ha mai il coraggio di essere dissacrante. Non vuole raccontare mondi di fantasia, storie di riscatto, perchè alla fine secondo lei il riscatto per una donna non arriva mai. Le donne dei suoi film sono donne forti, combattenti, ma che alla fine soccombono sempre, anche se sono più coraggiose dei guappi che le tengono in pugno. Perché le donne dell’epoca vivono in mezzo al timore di destare scandalo, temono di essere vittime della passione, una parola che a noi oggi suona lontana.

Ecco, a queste donne Elvira Notari non racconta che potranno emanciparsi, ma solo che potranno cercare di cambiare le cose, ma alla fine dovranno sempre pagare il loro conto alla società. E le sue storie sono costruire in questo modo perchè la Notari vuole essere una narratrice realistica, vuole raccontare quello che vede, i suoi personaggi parlano il linguaggio delle strade di Napoli. Per questo è da molti indicata come la vera madrina della fortunata stagione del neorealismo italiano.

Può creare e fare i suoi film, fuggendo sempre da riflettori e notorietà, perchè ha la fortuna di trovarsi a capo di una impresa familiare, la Dora Film. Elvira Notari ha infatti sempre lavorato con il marito Nicola, bravissimo nel colorare le pellicole, e i figli Edoardo e Dora. Questa situazione particolare le ha anche creato un grosso scudo protettivo nei confronti del mondo: non era una donna che sembrava lanciare pericolosi messaggi di emancipazione, era piuttosto solo una donna che lavorava con la famiglia.

Almeno fino all’avvento del fascismo: nel 1930 il lavoro della casa di produzione venne messo in crisi dalle leggi fasciste e la famiglia chiuse l’azienda. Al regime non piaceva il dialetto napoletano dei sottotitoli dei film e non piacevano nemmeno quei racconti ambientati nelle vie di Napoli, povere e sporche. Si voleva che il popolo ascoltasse altre storie, e quindi la Dora Film viene messa a tacere. A Napoli, ma non in USA.

Infatti il figlio di Elvira aprire la Dora Film D’America, per portare oltreoceano film che, anche se sono girati in Italia, vengono proiettati solo nelle sale di New York, per evitare la censura italiana. E anche là il successo è grandioso, gli emigranti sono malati di nostalgia, il cinema restituisce un po’ della loro terra. Ma Elvira, che continua a scrivere sceneggiature e a girare film anche per il mercato americano, negli USA non andrà mai.

Elvira Notari mori nel 1946, senza clamore, lontana dai riflettori come sempre era vissuta. Non aveva bisogno di rilasciare interviste o farsi conquistare dalla radio e dalla notorietà: tutto quello che aveva da dire lo ha detto con i suoi personaggi, indimenticabili.

Silvia Gambi

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Giornalista di Prato. Autrice del blog www.parliamodidonne,com

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