“Come il cielo di Belfast”: amore e morte in un romanzo per tutti

La storia inizia catapultando subito il lettore praticamente alla fine della storia stessa. 

Siamo nel 1994 a Belfast, città per molti aspetti definibile come “di frontiera”: tra la folla in festa passeggia Gaia, una giovane ragazza italiana; di lei non si sa nulla, soltanto che, sconvolta, sembra aspettare una catastrofe da un momento all’altro. Chiude gli occhi e spera. 
Così la scrittrice, Elena Magnani, dà inizio alla storia di questa giovane donna, vissuta in uno dei periodi forse più importanti dell’Irlanda del Nord. 
Gaia si trova lì perché raggiunge il suo migliore amico Luca, che a sua volta si trova a Belfast per il suo matrimonio. Fino a poco prima di scendere dall’aereo la protagonista sembra sapere poco della reale situazione, ma le basta vedere e provare sulla propria pelle i molti controlli e posti blocco presenti per le strade per cominciare a percepire l’aria che si respira tra quelle casette bianche con i davanzali e le finestre con le tendine fatte ad uncinetto. 
Nel giro di pochi giorni Gaia vive e prova emozioni forti e contrastanti: la giovane protagonista si innamora ed ha paura, è felice e piange, incontra persone dal carattere difficile, e si ritrova a vivere situazioni che forse poche persone affrontano nella propria vita. Il tutto condensato in pochissimo tempo.
Il romanzo tratta tematiche storiche, politiche e sociali intrecciando il tutto con il racconto di una storia d’amore tra una giovane Giulietta, forse più ingenua della protagonista della tragedia di Shakespeare, e il suo impavido Romeo, che nasconde, come nel più classico dei romanzi rosa, un lato misterioso. Nel libro ritroviamo situazioni difficili che si risolvono davvero molto facilmente: gelosia, paura, libertà, amore sono raccontati e tirati in ballo per poi dissolversi in un attimo. I protagonisti si scontrano e si dichiarano odio per poi chiarire tutto con un sorriso: scorrendo le pagine del libro la sensazione che si ha è quella di avere a che fare con due tipologie di lettura diverse, una molto vicina ad una cronaca di fatti, eventi e situazioni storiche, e l’altra molto più leggera, adatta ad un pubblico sognante, in cui si racconta un amore quasi adolescenziale, anche se i protagonisti hanno un’età che va ben oltre gli anni del liceo.
La scrittrice ha saputo raccontare una pagina della storia europea molto più recente e attuale di quanto si possa immaginare e allo stesso tempo ha la possibilità di coinvolgere nella lettura anche i giovanissimi con una storia d’amore e una protagonista in cui potrebbe essere facile immedesimarsi per chi ama il genere: una ragazza dalla vita non facile che parla di sé come una donna forte e indipendente, da sempre immune all’amore e ai legami, e che nel giro di pochi giorni è disposta a mandare all’aria tutta la sua vita per seguire un ragazzo di cui conosce veramente poco. Difficile non pensare ad una associazione con il fenomeno Twilight, dove una giovane bellissima si innamora e stravolge la propria vita per un ragazzo misterioso. 
Ecco che i due protagonisti di “Come il cielo di Belfast” ricreano in qualche modo questa situazione, mentre accanto e intorno a loro altri personaggi si avvicendano con altrettante storie di vite vissute in un periodo e in una città dove trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato poteva fare la differenza tra vivere o morire. 
Parallela alla storia di Gaia, viene raccontata quella di due amici, legati da un destino distruttivo ma forte, una storia che, seppur apparentemente di contorno a quella principale, si rivela più potente e reale ponendo l’accento sulla netta contrapposizione tra il punto di vista dei protestanti e quello dei cattolici, trasmesso grazie ai protagonisti vicini a Gaia. 
Insomma “Come il cielo di Belfast” è un libro che può piacere o meno proprio perché tratta tematiche e storie molto diverse; gli va senz’altro riconosciuto il merito di aver riportato l’attenzione su argomenti che forse molti di noi non conoscono veramente.
Rosalinda Amodio

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