Un Camilleri inedito, intimo, che si lascia solleticare dalla memoria e magicamente affiorano ricordi, immagini, in un viaggio straordinario e affascinante.
23 racconti, 23 ricordi, 23 spigolature di un’esistenza lunghissima e intensissima. 23 esercizi di memoria di un uomo, Andrea Camilleri, testimone di pagine di intima storia. È questo, in estrema sintesi, il senso dell’ultima fatica letteraria del papà del celebre commissario Montalbano, il poliziotto siciliano che ha conquistato in tutto il mondo milioni di accaniti lettori.
Un compito per le vacanze, come lo stesso Camilleri definisce questo libro, che ha preso vita nell’estate del 2016, quando lo scrittore, originario di Porto Empedocle, ha deciso di dettare, non è più in grado di scrivere per la sopraggiunta cecità, alla collaboratrice Isabella Dessalvi, i ricordi di una esistenza, che sono diventati Esercizi di memoria, pubblicati da Rizzoli.
Ad aprire questa straordinaria carrellata fra intime reminiscenze e porzioni di vera e propria storia è il racconto intitolato Le Ceneri di Pirandello, scrittore a cui in passato Camilleri aveva già dedicato memorabili pagine con il bellissimo Biografia del figlio cambiato editato, sempre per i tipi di Rizzoli, nel 2000.
In questo primo esercizio di memoria Camilleri racconta, con la sua disarmante semplicità, le picaresche vicissitudini che segnarono le ultime volontà di Pirandello, che nel suo testamento aveva espresso il proposito di essere cremato, chiedendo, altresì, che le sue ceneri fossero «sepolte tra le radici del pino o, se non fosse stato possibile, disperse nel “gran mare africano”».
Ma rispettare quel proposito non fu affatto semplice, perché nel dicembre del 1936 Pirandello rappresentava per il regime fascista un problema, avendo lasciato il partito, dopo esservi iscritto nel 1924, subito dopo l’omicidio Matteotti, sbattendo letteralmente la porta in faccia, come un illividito gerarca disse al giovane Camilleri che, con altri coetanei, tentava di dare seguito alle volontà dell’illustre corregionale.
Ci vollero altri dieci anni perché la tenacia di quei ragazzi arrivasse a dama.
Nel 1946, dopo che un anno prima un rigoroso prefetto aveva nuovamente respinto la richiesta, con un perentorio «non se ne parla proprio» bollando l’autore del Fu Mattia Pascal come «un convinto fascista» le ceneri di Pirandello trovarono finalmente il luogo dell’ultima e definiva quiete.
Ma Esercizi di memoria non è solo questo bellissimo racconto, ma è un viaggio composto di altre ventidue tappe, ventidue sogni usciti dal cassetto della rimembranza e divenuti parola scritta. E allora siamo a Roma nei primi anni Cinquanta, quando il vecchio poeta Vincenzo Cardarelli in piena notte, dopo aver suonato in pigiama alla porta degli inquilini di sopra, ragazzi piuttosto rumorosi, fra cui Camilleri ma anche Giuseppe Patroni Griffi e altri futuri “vip”, li apostrofò semplicemente come «giovani di merda.»
Dalla capitale, in cui in pieno agosto il solito Cardarelli passeggiava intabarrato in un pesante cappotto suscitando l’ira funesta di un novello e sudatissimo Achille «fuori di se per la temperatura che doveva sopportare dentro la cabina di guida,» alla casa di campagna dei nonni di Camilleri, in cui regnava la mitica nonna Elvira, che insegnò al giovane Andrea la bellezza della fantasia, passando per altre decine di straordinari racconti con personaggi improbabili e storie incredibili.
Ad impreziosire, infine, Esercizi di memoria ci sono sei disegni realizzati dai più apprezzati illustratori italiani, fra cui Alessandro Gottardo e Guido Scarabottolo, tavole che Camilleri si è fatto raccontare nei minimi particolari, figurandosele nella sua personalissima e fervida immaginazione, con il risultato che gli «sono piaciute assai.»
Maurizio Carvigno