Beethoven’s Silence: non è una storia d’amore, ma di violenza

Vi raccontiamo di una storia triste, brutale, che affronta le ingiustizie della vita. 

E’ quella scritta dall’autrice Sonia Paolini in Beethoven’s Silence – Io sono Irina e sono Elise, edito da Lettere Animate, un romanzo colmo di sentimenti contrastanti tra loro, che permettono di capire i dolori e le inquietudini di due protagonisti, completamente opposti ma con qualcosa in comune.

Irina e Philppe sono i due protagonisti. Lei è una giovane ragazza tormentata da una vita angosciante, segnata da una brutta violenza subita da piccola, che, dopo anni e anni, ancora non riesce a superare del tutto. Per via di questo grande trauma, Irina non ha mai conosciuto l’amore, quello vero che tutti meritano di avere una volta nella vita, neanche da parte dei suoi genitori che, purtroppo, non ha avuto modo di conoscere molto. A 16 anni si ritrova con i consueti problemi di un’adolescente, ingigantiti da una sofferenza che pare infinita, un male che nessuno sembra riuscire a toglierle dall’animo. 
Dall’altro lato Philippe, un ex direttore d’orchestra logorato dal senso di colpa perché il giorno in cui sua moglie e suo figlio sono rimasti uccisi in un incidente stradale, lui era insieme a un’altra donna. Due esistenze sofferenti, che non vedono via d’uscita dal loro baratro esistenziale fino a che due psicologi decidono di metterli insieme, permettendo ai due di ritrovare un barlume di speranza per riscoprire quella serenità che hanno perso da tempo. La voglia di Irina di riuscire a vivere la propria vita come una comune adolescente si unisce a quella che ha Philippe di superare il rimorso della morte dei suoi cari, un rapporto all’inizio complicato ma che troverà un punto d’incontro nell’amore di entrambi per la musica.

Sentiva che mai avrebbe vissuto la vita dei suoi coetanei, e che, anche laddove in alcuni momenti si illudeva di viverla, era solo una finzione, dentro di sé sapeva che niente del suo passato poteva essere cancellato. Pensò che anche Philippe soffriva, chissà per cosa, ma soffriva e anche molto. Era un direttore d’orchestra, una professione importante, eppure la sua sofferenza gli aveva impedito di continuare la propria carriera. Pensò alla bella casa dove dal giorno precedente viveva, una casa da far invidia a chiunque e che, invece, ospitava due anime perse e sconfortate. Che singolare destino.

Sonia Paolini

Come errando si può pensare, Beethoven’s Silence non è una storia d’amore, bensì un racconto sulla fragilità dell’animo umano, che affronta in modo realistico e incisivo il tema della violenza sulle donne e di tutte le terribili conseguenze che da essa derivano. Sonia Paolini fa questo tramite una scrittura semplice, grazie alla quale risaltano i mille sentimenti rappresentati all’interno di queste pagine. I personaggi sono rappresentati in tutte le loro sfaccettature, senza divisioni tra bene e male, anzi ognuno di loro ha difetti e pregi, proprio come ognuno di noi. I due protagonisti si coalizzano in cerca di riscatto, dimostrando che anche quando il destino ci mette alla prova in modo brutale si può rinascere, con forza di volontà, condividendo le proprie sofferenze e cercando di vincere le paure e i timori.

E’ questo il bello di un romanzo così, il raccontare una storia vera, con le sue “normalità”, le sofferenze, l’amore e la speranza di riuscire a ricostruire una vita che sembrava perduta.




Ilaria Scognamiglio
Ilaria Scognamiglio
Appassionata di cinema, social media manager, lettrice accanita.

COMMENTA QUESTA DOSE DI CULTURA

Lascia un commento!
Inserisci il tuo nome qui