Assegnati tutti i premi Nobel del 2018, tranne uno: letteratura.
Dal 1 all’8 ottobre 2018 sono stati annunciate a Stoccolma i vincitori dei premi Nobel 2018. Prima ci sono stati fisiologia e medicina, poi fisica e chimica. Infine, pace ed economia. Spicca un grande assente: letteratura. Già la decisione del 2016 di assegnare il premio a un cantautore, Bob Dylan, aveva sollevato scalpore e addirittura polemiche. Quest’anno, però, la decisione è ancora più straordinaria. A maggio l’Accademia svedesa aveva annunciato che non ci sarebbe stato alcun Nobel per la letteratura nel 2018, cosa che non accadeva dai tempi della guerra mondiale (fino al 1943).
Il perché di un’assenza.
Oltre a delle complicazioni di ambito finanziario, il motivo principale di questa decisione è uno scandalo. Sulla scia della campagna Me Too iniziata dopo lo scoppio del caso Weinstein negli Stati Uniti (novembre 2017), lo scorso autunno diciotto donne hanno accusato di aggressione e molestie sessuali regista e fotografo franco-svedese Jean-Claude Arnault. Si sono aggiunte poi accuse di molestie alla principessa Vittoria di Svezia. A seguire, diversi membri dell’accademia si sono dimessi per protesta. Peraltro, le loro cariche sono tecnicamente a vita e si è iniziato a discutere di una riforma dell’Accademia per consentire le dimissioni. Lo scorso lunedì 1º ottobre, arriva per Arnault la condanna a due anni di carcere per uno dei due stupri di cui era stato accusato.
Crisi di fiducia.
La scelta dell’Accademia è stata motivata da Anders Olsson, Segretario Permanente ad interim, in un comunicato stampa.
I membri attivi dell’Accademia svedese sono ovviamente consapevoli che l’attuale crisi di fiducia deve portare necessariamente ad un cambiamento. Riteniamo fondamentale recuperare la fiducia del pubblico prima che possa essere annunciato il prossimo vincitore. Questo deve essere fatto in segno di rispetto per i precedenti e futuri vincitori in ambito letterario, per la Nobel Foundation e per il pubblico in generale.
Una scelta che fa riflettere.
Tantissime le riflessioni spuntate online. C’è chi sostiene che si possa fare a meno di un premio del genere, nutrendosi di consolidati scetticismi su tali riconoscimenti (basti pensare alle costanti polemiche sui premi Oscar). Inutile poi aggiungere che dopo gli ultimi sviluppi in Italia del caso Asia Argento le polemiche sono destinate ad aumentare. Che si condivida la scelta dell’Accademia o meno, una cosa è certa: l’annuncio ha avuto grande risonanza mediatica. Il vaso di Pandora del movimento Me Too è stato ormai scoperchiato. Uno dei suoi aspetti più notevoli è che si è propagato, con una reazione a catena, dal mondo del cinema ad altri campi, quali le università e in questo caso l’Accademia. Il punto, probabilmente, non è domandarsi se la posticipazione del Nobel sia una scelta ragionevole o appropriata. Si dice che quando il dito indica la luna, l’imbecille guarda il dito. Forse non è il caso di guardare il dito ed è opportuno invece riflettere su un fenomeno che, letterati e non, ci riguarda tutti.
Stockholm’s great absent (ENGLISH VERSION)
Davide Massimo