Tra tutti i poeti lirici, Mimnermo è quello più legato al tema dell’età. Invecchiare è un dramma per tutti. Perdere il proprio fascino ancora di più. Ma, a questo punto, cosa sarebbe meglio tra una vecchiaia passata dolorosamente e una morte rapida? Per Mimnermo, la morte. Come si potrebbe, infatti, passare un periodo della propria vita rinunciando ai suoi piaceri?
I fragili doni di Afrodite – frammento 1 West
In questo frammento Mimnermo ribadisce come sia meglio la morte rispetto a una vita trascorsa senza piacere. I piaceri sono collegati all’eros. La rappresentazione del fiore, nella prima parte, viene normalmente associata alla giovinezza, che permetteva di ottenere fama e gloria. La vecchiaia, al contrario, porta alla decadenza psicofisica e sociale nell’ultima parte del componimento.
Come le foglie – frammento 2 West
L’idea della gioia splendida, ma breve, della giovinezza diventa oggettiva attraverso la celebre comparazione delle foglie. In questo caso, Omero funge da modello non solo per la presenza di epiteti tradizionali, ma anche per un esplicito riferimento a un famoso passo (Iliade VI, vv.146-149).
Nelle prime righe c’è un riferimento all’eccessiva giovinezza come momento di estrema ingenuità, perché non si riesce a distinguere che cos’è bene e cosa male. Tale tema ritorna anche nella tragedia greca, in particolare in Sofocle.
Importante, infine, è anche la chiusa gnomica: viene rielaborato sì il modello omerico, ma la parte finale mostra come il destino individuale di ciascuno (Μοίρα) sia caratterizzata da dolore.
Titono – frammenti 4, 5, 4-8 West
Titono, o Titone, era figlio di Laomedonte e di Scamandro, figlia del dio fluviale. Suo fratello, chiamato Priamo, divenne re di Troia. Rapito da Eos, che lo voleva per sempre come amante, la dea ottenne per lui l’immortalità, ma non l’eterna giovinezza. Fu infine trasformato da Zeus in una cicala.
In questo componimento, l’infinita vecchiaia di Titono viene vista come condanna secondo l’ottica di Mimnermo. Titono è condannato ad invecchiare per sempre. La sofferenza umana è orribile, ma ancora peggio la vecchiaia che dura in eterno: non c’è una morte che ci libera dai mali.
La vecchiaia è descritta come una nebbia che offusca gli occhi e la mente, perché presbiti e smemorati. Anche in questo caso, il modello è omerico: Iliade XIV, vv. 252 ss.
La risposta di Solone – frammento 20 West
Il frammento qui sotto presentato è una risposta, da parte di Solone, altro poeta lirico, a Mimnermo. Se Mimnermo si augura di morire prima della vecchiaia, Solone sostiene al contrario che ogni età della vita sia degna di essere vissuta fino in fondo.
Lorenzo Cardano
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