La mostra dedicata al fotogiornalismo torna a Bari, per la prima volta al Teatro Margherita.
Da quando è stato restituito alla città in tutto il suo splendore, il Teatro Margherita si sta pian piano affermando sotto una nuova veste e sta diventando un magnifico scrigno, contenitore di mostre dedicate al genio artistico in tutte le sue forme.
Dopo la Van Gogh Alive, è il momento della World Press Photo, che torna nuovamente a Bari, ma per la prima volta in questa nuova location.
Aperta al pubblico lo scorso 17 maggio, sarà possibile visitare la mostra dedicata al fotogiornalismo fino al prossimo 23 giugno.
La World Press Photo non delude neanche quest’anno.
Migrazioni, guerra, femminismo, natura, problemi ambientali: sono tanti e sempre attuali i temi affrontati e documentati con le immagini dai più talentuosi fotoreporter a livello mondiale.
Nata nel 1955 ad Amsterdam, la Fondazione World Press Photo promuove in tutto il mondo il fotogiornalismo di qualità, tutelando la libertà di informazione, inchiesta ed espressione. Ogni anno, una commissione di esperti, analizza i lavori di oltre 4.000 reporter e tra questi individua la “Press Photo of The Year“, la fotografia che meglio incarna i temi di attualità raccontati dal giornalismo durante tutto l’anno.
Quest’anno il concorso ha visto la partecipazione di 4.738 fotografi con oltre 78 mila scatti. Non dev’essere stato semplice per la Fondazione scegliere i vincitori.
Il nobile obiettivo che la World Press Photo si pone è quello di far conoscere al mondo le storie che contano. Attraverso le fotografie premiate, la mostra mette lo spettatore di fronte alla realtà, mostrando lui delle storie che lo invitano a fermarsi, riflettere e agire di conseguenza.
Le foto che parlano
Ogni fotografia riesce a comunicare alla perfezione un forte messaggio. Ogni fotografia diventa veicolo di una realtà che non viviamo in prima persona, ma che non può lasciarci indifferenti. Siamo sempre più immersi nei nostri cellulari, presi dalla nostra vita e scollegati da quello che accade nel mondo vero. Spesso, per ignoranza o per noncuranza, siamo cechi o non vogliamo vedere cosa accade realmente dall’altra parte del mondo.
La World Press Photo ci mette con le spalle al muro e ci invita a riflettere. Entrando in quella sala, camminando tra le fotografie, è inevitabile scollegarsi per un attimo dalla realtà quotidiana ed immergersi nella vita di quei volti catturati negli scatti.
Ogni fotografia è capace di trasmettere delle forti sensazioni, sensazioni che non hanno bisogno di troppe parole per essere comprese.
Al mio secondo anno come fruitrice della mostra, posso affermare che la World Press Photo è un appuntamento imperdibile. Oltre ad offrirci la possibilità di ammirare i lavori eccelsi dei più grandi fotografi a livello mondiale, la mostra lascia il segno nel suo spettatore e lo porta inevitabilmente a porsi delle domande e a riconsiderare con occhi diversi la realtà che lo circonda. Se non è arte questa…
Simona Specchio