VideORLAN e il Technobody di ORLAN in mostra al MACRO

Self-hybridations,Opéra de Pékin n3

Le Project room #1 e #2 del MACRO di via Nizza ospitano fino al 3 dicembre una selezione di lavori della body artist ORLAN.

Parte del programma di Contemporaneamente Roma 2017, la mostra sull’artista francese ORLAN: VideORLAN – Technobody ci mostra un’arte sempre più tecnologica e giocabile. A vent’anni dalla sua mostra antologica “ORLAN a Roma 1964-1996”, l’artista francese torna a esporre nella Capitale. La mostra è curata da Alessandra Mammì e realizzata in collaborazione con Villa Medici e con Studio Stefania Miscetti che curò l’antologica del 1996.

ORLAN è una donna che ha scelto di mettere da parte il suo nome per trasformarsi in ORLAN. Quasi un marchio, da scrivere sempre e rigorosamente in stampatello maiuscolo: per essere fuori da ogni cliché.

ORLAN si è costruita anche una nuova identità fisica quando ha deciso di usare il proprio corpo come medium e supporto visuale del suo lavoro.

Una body artist che si è sottoposta ad operazioni chirurgiche per attaccare convenzioni e stereotipi imposti alla figura femminile. Queste l’hanno resa una delle figure più estreme della ricerca contemporanea. Utilizza il suo corpo nelle sue performance e nelle sue sculture come uno strumento di misura della realtà fisica, culturale e antropologica.

Un’artista impegnata che si oppone a qualsiasi forma di dominazione.

Impegno sociale e politico già presenti dalle sue prime opere degli anni Sessanta.

Lavori sempre provocatori e venati da umorismo quelli di ORLAN, in cui esprime il suo punto di vista sovversivo mettendo sovente in discussione i canoni estetici assegnati alle donne nella nostra società.

Le opere più interessanti probabilmente sono le tre sculture/gioco risalenti agli anni ’70 e ’80.

Tutte composte da fotografie raffiguranti ORLAN, sono ritagliate e incollate su un supporto ligneo.

Habillage/déshabillage (1977) è un cartellone composto da caselle a due facce su cui sono incollate fotografie di parti del corpo vestito/nudo dell’artista. Lo spettatore è invitato ad indossare dei guanti bianchi per poter decidere, girando le caselle, quali zone del corpo dell’artista vestire e quali spogliare.

ORLAN, Installation photographique interactive, Déshabillage, habillage, rhabillage, libres et changeants, 1977
ORLAN, Installation photographique interactive, Déshabillage, habillage, rhabillage, libres et changeants, 1977

 

Têtes à claques, jeu de massacre (1977) è un gioco preso a prestito dai lunapark. Lo spettatore ha a disposizione delle palline da lanciare al bersaglio. Questo è costituito da otto fotografie di ORLAN a mezzobusto, ognuna con un’espressione facciale differente. Ogni volta che lo spettatore colpisce una ORLAN la sagoma crolla facendo un rumore. Questi otto bersagli sono incorniciati da quattro sagome del corpo nudo e chino dell’artista.

ORLAN, Installation photographique interactive, Têtes à claques, jeu de massacre, 1977
ORLAN, Installation photographique interactive, Têtes à claques, jeu de massacre, 1977

 

Panoplie de la fille bonne à marier (1981) mostra ancora una volta una fotografia del corpo dell’artista, scontornata e incollato su un supporto. Attorno a questa figurina nuda di ORLAN le tracce di un lanciatore di coltelli. Questi sono conficcati sul supporto su cui la sagoma di ORLAN poggia. Lo spettatore è potenzialmente in grado di “rivestire” l’artista con degli abiti giocattolo. Il reggiseno con le uova fritte alluderebbe alle capacità da brava cuoca della donna in età da marito.

ORLAN, Dressing Of the Bride to Be - Panoplie de la fille bonne à marier, 1981
ORLAN, Dressing Of the Bride to Be – Panoplie de la fille bonne à marier, 1981

 

Queste opere permettono allo spettatore di giocare e interagire col corpo della body artist.

Gioco e corpo sono due elementi che la legano alle avanguardie artistiche del Dada e di Fluxus. Opere per divertire, ma con un occhio sempre puntato alle tematiche sociali.

Ancora gioco e interattività presenti nella sua più recente creazione: Expèrimental mise en jeuun videogioco “al contrario”.

L’artista, stufa dei videogames il cui scopo è la morte del nemico, la violenza e la distruzione, crea un gioco il cui fine è quello di trasformare il caos in rinascita e creazione.

Protagonista del gioco – diviso in tre livelli –  una ORLAN-robot la quale, con l’aiuto dello spettatore che giocherà, dovrà cercare i pezzi del suo corpo per poter ritrovare la sua forma umana.

Nemico della postura umana e poco incline all’interattività, il joystick è stato messo da parte dall’artista per lasciare spazio a degli innovativi braccialetti elettronici. Questi permetterebbero una postura più naturale e un’interattività più profonda fra il corpo umano dello spettatore e il corpo della ORLAN virtuale.

ORLAN, Expèrimental mise en jeu, 2015
ORLAN, Expèrimental mise en jeu, 2015

 

Un invito all’interattività viene anche dalle opere del gruppo Self-hybridations.

Si tratta di fotografie del volto della ORLAN truccato come una maschera dell’Opera di Pechino. Scaricando la App AUGMENT e inquadrando le opere con la fotocamera dello smartphone sarà possibile vedere ORLAN trasformarsi in un avatar in 3D e irrompere sugli schermi dei nostri dispositivi. Partendo dalle maschere dell’Opera di Pechino l’artista vuole comunicare un messaggio politico: contestare le regole del teatro lirico cinese che ancora vieta alle donne di calcare il palcoscenico. I ruoli femminili infatti, sarebbero ancora interpretati dagli uomini.

ORLAN è interessata a restituire al corpo femminile un potere di controllo e occupazione dello spazio.

Ha realizzato questa sua esigenza sia con il gruppo di opere appena descritte; sia mediante le performance dei primi anni.

La sala cinema del MACRO ospita a rotazione vari video prodotti dall’artista. Le registrazioni delle sue performance più famose sono riprodotte da dei tv nelle Project room #1 e #2.

Nei MèsuRages ORLAN usa il proprio corpo come unità di misura femminilazzando la massima pitagorica “l’uomo è misura di tutte le cose”.

E ancora, le performance più estreme: le operazioni chirurgiche riprese in video e a cui ORLAN si è sottoposta.

Operazioni in cui il corpo è divenuto materia per analizzare, contestare e raggiungere “l’ideale di bellezza”.

Ma qual è questo ideale irraggiungibile? Chi lo ha imposto? Domande importanti stimolate da questi lavori radicali ospitati dal corpo dell’artista in prima persona.

 

Francesca Blasi


La mostra VideORLAN – Technobody la trovate al MACRO – Museo d’Arte Contemporanea Roma in via Nizza 138.

Dal martedì alla domenica 10:30 – 19:30 (la biglietteria chiude un’ora prima)

Tariffa intera: non residenti a Roma Capitale 9,00€, residenti 8,00€.

Tariffa ridotta: non residenti a Roma Capitale 7,00€, residenti 6,00€.

Biglietto cumulativo MACRO via Nizza + MACRO Testaccio.

Tariffa intera: non residenti a Roma Capitale 11,50€, residenti 10,50€.

Tariffa ridotta: non residenti a Roma Capitale 10,50€, residenti 9,50€.

Per ulteriori informazioni www.museomacro.org

Sono nata a Roma nel 1988. Mi sono laureata in storia dell'arte contemporanea presso l'università La Sapienza di Roma. Alla triennale ho elaborato una tesi sull'arte antifascista e alla magistrale ho fatto una ricerca sull'uso del pixel nelle arti visive. Amo la fotografia, hobby che pratico, il cinema, la lettura e la musica.

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