Tra le mille sorprese che la città di Roma è in grado di rivelare al suo visitatore, quella che si troverà lungo le Mura Aureliane, all’altezza di Porta Latina e dedicata a san Giovanni, è una delle più affascinanti!
Tradizione vuole che questo infatti sia il luogo in cui l’Apostolo Giovanni, intorno al 92 d.C., abbia subito il martirio con l’immersione in una caldaia di olio bollente al cospetto dell’imperatore Domiziano. San Giovanni però ne uscì completamente illeso e l’imperatore decise di inviarlo in esilio sull’isola Patmos, dove avrebbe poi avuto la visione dell’Apocalisse.
È proprio per questa importante tradizione cristiana che papa Gelasio I nel V secolo d.C. fondò la Basilica di San Giovanni a Porta Latina: restaurata nell’VIII secolo ad opera di Adriano I, subì poi un parziale rifacimento, venendo infine riconsacrata da Celestino III nel 1190. La Basilica si presenta al visitatore con una straordinaria facciata in stile romanico, con portico a cinque arcate e un bel campanile del XII secolo. E’ però entrando al suo interno che si rimarrà incantati. Lungo le pareti della navata centrale, è ben visibile ancora oggi il raffinato ciclo di affreschi datato al XII secolo e realizzato da più artisti diretti però sembra da un unico maestro, rimasto purtroppo sconosciuto.
Si tratta di 46 riquadri in cui sono rappresentate differenti scene del Vecchio e del Nuovo Testamento, dalla creazione del mondo alla gloria apocalittica della nuova Gerusalemme. La loro riscoperta si deve agli interventi di restauro intrapresi nel 1940 dai padri Rosminiani che qui si stabilirono, aprendo anche nel 1938 il Collegio Missionario presente ancora oggi nell’edificio accanto alla Basilica.
Davanti invece a Porta Latina, si trova il Tempietto di San Giovanni in Oleo, edificato nel Cinquecento per volere del prelato Adam, nel punto esatto in cui l’Apostolo subì il martirio.
La sua realizzazione si deve a Donato Bramante (oppure ad Antonio da Sangallo il Giovane, l’attribuzione infatti non è ancora certa) il quale concepì un tempietto circolare, elegantissimo ed in puro stile rinascimentale. Nel 1658 il cardinale Francesco Paolucci, durante il pontificato di Alessandro VII Chigi, fece intraprendere degli importanti interventi di restauro che affidò a Francesco Borromini.
L’architetto modificò la copertura del tempietto sovrapponendo al tamburo un attico circolare, decorato con un fregio a rose, palmette e foglie, su cui pose una sfera racchiusa da un motivo a rose, in riferimento allo stemma del cardinale committente. Il tempietto è spesso chiuso, ma in particolari occasioni, è possibile anche entrare al suo interno, potendo quindi ammirare lungo le sue pareti il ciclo di affreschi con le Storie di San Giovanni Evangelista, attribuito a Lazzaro Baldi, allievo di Pietro da Cortona, realizzato nel 1661.