Roma è la città delle piazze e tra queste, una delle più note e celebri, è piazza di Spagna, grazie alla sua elegante quinta scenografica, la scalinata di Trinità dei Monti.
La sua bellezza non è frutto di un unico intervento urbanistico, ma di un susseguirsi di interventi durante il corso dei secoli. Non è un caso che proprio questa piazza sia stata scelta da importanti registi come set cinematografico per le loro pellicole: impossibile non pensare alle scene qui girate da William Wyler nel suo intramontabile film “Vacanze Romane”.
L’origine del nome “Spagna” è legata alla presenza del palazzo dell’Ambasciata di Spagna presso la Santa Sede, la cui realizzazione risale al 1647. Situato sul lato meridionale, si trova proprio davanti alla Colonna dell’Immacolata Concezione, innalzata l’8 Dicembre del 1857 con una cerimonia imponente. Le cronache dell’epoca raccontano infatti che la facciata dell’Ambasciata fu ricoperta da una struttura in legno, con tanto di apposito palco, dal quale papa Pio IX impartì la solenne benedizione. L’origine della colonna è romana, fu infatti rinvenuta nel 1778 negli scavi del Campo Marzio, mentre sulla sommità fu posta una statua in bronzo che ritrae la Madonna, opera di Giuseppe Obici, mentre sul basamento vi sono quattro statue raffiguranti Mosè, Davide, Ezechiele ed Isaia.
Immancabile, al centro della piazza, una delle più celebri fontane della città, la Barcaccia.
Costruita nei primi anni del 1600 per volere di papa Urbano VIII Barberini, fu un Bernini a realizzarla, Pietro, padre del più noto Gian Lorenzo, con il quale non è da escludere vi sia stata una collaborazione. L’idea del progetto è molto curiosa: Bernini si è infatti ispirato ad una barca, ideando un’opera più scultorea che architettonica, una fontana dal disegno assolutamente innovativo rispetto alle precedenti. La vasca è a forma di imbarcazione e richiama proprio le navi dell’antica Roma e l’acqua straripante dai fianchi della barca, fatti in modo da dare l’impressione che stia affondando, viene raccolta in un bacino sottostante nel quale confluiscono anche i getti provenienti da bocche di finte cannoniere, poste all’esterno della prua e della poppa, ai lati dei grandi stemmi papali caratterizzati dalle api, simbolo della famiglia Barberini.
Ma l’attrattiva principale della piazza è sicuramente l’elegante scalinata realizzata nel Settecento appositamente per raggiungere la chiesa cinquecentesca dedicata alla Santissima Trinità dei Monti, edificio di proprietà francese. Lungo tutta la scalinata si notano, non a caso, il giglio di Francia e l’aquila, stemma araldico di papa Innocenzo XIII, che volle fortemente la sua costruzione. Nel 1789 fu poi papa Pio VI a far collocare in cima alla scalinata e davanti alla chiesa l’obelisco Sallustiano, uno dei pochi non originali tra quelli presenti a Roma, perché realizzato in epoca romana.
Ai piedi della scalinata, si notano poi due palazzetti gemelli. Sul lato destro, la Casina Rossa, un edificio che apparteneva ad una signora di nome Anna Angeletti, che di mestiere faceva l’affittacamere ai turisti in visita a Roma.
Tra questi vi fu il poeta inglese John Keats che prese in affitto la camera d’angolo al secondo piano, nella quale visse fino al giorno della sua morte, il 23 Febbraio del 1821, a soli 26 anni.
La palazzina venne poi acquistata dalla Keats-Shelley Memorial House nel 1906 con l’intenzione di creare un piccolo tempio letterario in onore dei poeti romantici inglesi e la sua apertura al pubblico, presenziata dal re Vittorio Emanuele III, risale al 3 Aprile del 1909.
Sul lato sinistro della scalinata, si trova invece la celebre sala da tè Babington’s fondata nel 1893 da due intraprendenti signorine inglesi, Miss Babington e Miss Cargill, che seppero dare vita ad un locale che più di tutti seppe diffondere l’uso del tè a Roma, città che all’epoca considerava la bevanda un’erba curativa da vendersi esclusivamente in farmacia.
Quando si arriva in piazza di Spagna si resta poi certamente colpiti dal gran numero di persone che solitamente l’affollano e non doveva poi essere tanto diverso in passato. La piazza infatti fu protagonista nella vita cittadina almeno a partire dal 1700, quando cioè i giovani rampolli europei iniziarono a considerarla tappa fondamentale del loro soggiorno in città, durante il loro viaggio di formazione noto come Grand Tour. Molti furono gli intellettuali inglesi e tedeschi che elessero proprio piazza di Spagna come ideale punto di partenza per andare alla scoperta di tutti i tesori di Roma.
Piazza di Spagna infatti offriva loro tutto ciò di cui avevano bisogno: dai banchi per il cambio monetario, alle carrozze per esplorare la città, dalle guide più o meno esperte, alle locande in cui mangiare e riposare, dalle botteghe che vendevano souvenir, ai lussuosi caffè in cui incontrarsi e scambiarsi consigli di viaggio, come per esempio il Caffè Greco nella vicina via dei Condotti. Amato da personaggi quali Goethe, Canova e Lord Byron è ancora oggi molto frequentato, provare per credere!
Autore: L’Asino d’Oro Associazione Culturale