L’emozione del Cinema a Torino

cinema a torino

Un Museo per raccontare la storia del cinema. Un museo per ricordarci l’arte dell’audiovisivo. Tutto questo è il Museo del cinema a Torino.

Torino, la città con un grandissimo potenziale, da uno schiaffo morale e culturale a chiunque non riconosca in lei una potenza artistica.

Tutto questo lo fa con il museo del cinema, proprio sotto la Mole Antonelliana. Il progetto fu di una grande studiosa di cinema Maria Adriana Polo che nel 1941 cominciò a realizzare questa idea. Per lei era importante avere un luogo dove le persone potevano ammirare la potenza del cinema.
Entrando nel museo, nella prima sala, una luce bassa e rassicurante porta lo spettatore ad esplorare, ancora prima di parlare di cinema, quello che è il mondo della luce e delle lenti ottiche, tutto parte da lì. Le basi sono importanti e così il museo ci fa da scuola, per capire come i grandi direttori della fotografia e i registi studiano il modo in cui la luce può essere utilizzata nei film. La seconda sala è un tributo al cinema mondiale, con un corridoio molto lungo decorato con le locandine dei film che hanno fatto la storia del cinema. Con passo lento fermatevi a guardarle tutte e segnatevi i titoli dei film che non avete avuto tempo di guardare, sicuramente qualcosa vi è sfuggito.
cinema a torino
Woody Allen, Scorsese, Kubrick e molti altri, sono loro i protagonisti di questa sala. Camminate, fermatevi, emozionatevi, lasciatevi coinvolgere dai ricordi che quelle locandine vi hanno suscitato. Perché la vera domanda è: che cos’è il cinema? L’arte in generale non ha l’obbligo di lasciare un segno, un taglio nella nostra anima di spettatori? Ecco, il cinema, come un buon libro o una canzone è la prova che siamo fatti di carne e ossa.
Associamo un quadro ad una giornata di sole passata con la persona che amiamo, emozionandoci ogni volta che lo vediamo e i film ogni volta che ci capita di vederli o rivederli sono un libro pieno di ricordi.
La perfezione per provare emozione non è necessaria, non è contemplata, questo museo ne è la prova. Ci sarà sempre in un film qualcosa che si poteva migliorare. Ma i cult sono tali perché, passando alla storia, anche tra 20 anni, film come Manhattan di Woody Allen, sarà un film d’importanza assoluta.
Continuando la nostra passeggiata si arriva in corridoio diviso in sezioni. Con la voce di Neri Marcorè che spiega che cos’è il montaggio e quanto è importante, lo chiama addirittura il cuore del film. Si, perché in un film tutto è importante, partendo dalla regia e arrivando ai costumi. Il cast, la sceneggiatura, gli effetti speciali e i rumori fuori campo, tutto serve. E poi, sapete cos’è la cosa più importante? Da non sottovalutare? Esatto, siete voi, siamo noi: il pubblico. “Il cinematografo dei Lumiere si impose su altre tecnologie soprattutto perché offriva uno spettacolo collettivo”.
Ospitato dapprima nelle fiere e su carri ambulanti, costruì poi le sue sale, a volte lussuose come grandi teatri a volte povere come i nickelodeon o i cinema di terza visione. Andare al cinema significa stare con altre persone, conosciute e sconosciute, ridere e a volte commuoversi assieme a loro; e insieme lasciarsi invadere intimamente dalle immagini e dalla storia, nel buio, ciascuno solo con le “sue” ombre.”
Un artista non è tale se non c’è qualcuno, ad incoronarlo tale o anche solo riconoscendolo.
L’ultima sala del museo è immensa, al centro delle poltrone posizionate in modo tale da vedere, comodamente dei pezzi di film come la Dolce vita o Mamma Roma. Ai lati della sala circolare la ricostruzione di alcuni set cinematografici come l’Otello di Orson Wells o The Truman Show.
museo del cinema torino
Dopo due ore dentro al mondo incantato del cinema vi verrà voglia di rinchiudervi in una sala cinematografica e magari per chi ha letto queste umili riflessioni, perché no? Vi verrà voglia di andare a Torino a vedere il museo e molto altro. Io ora corro che ho già scelto il film della serata su Netflix.
Elena Lazzari
 
Dopo aver conseguito il diploma di Psicopedagogico si è iscritta, senza pensarci due volte, alla facoltà di Lettere Moderne di "Roma tre". Da due anni il teatro è la sua seconda casa e oltre che praticarlo, ogni volta che può, è pronta a recensire uno spettacolo, cercando sempre di essere clemente e diplomatica con i suoi "colleghi" attori.

COMMENTA QUESTA DOSE DI CULTURA

Lascia un commento!
Inserisci il tuo nome qui