Il Macro di via Nizza apre le danze con ben 3 mostre.
Con il progetto “Artisti in residenza” il MACRO – Museo d’Arte Contemporanea di Roma si conferma importante centro di produzione artistica, consolidando la propria attenzione alla scoperta e alla promozione dei nuovi talenti.
Dal 15 settembre al 29 ottobre saranno esposte le opere prodotte durante il periodo di residenza presso il MACRO dagli artisti vincitori del bando 2016-2017: Francesca Ferreri e Marco Gobbi.
Durante i sei mesi di residenza presso la sede di via Nizza, tra l’1 marzo e il 31 agosto 2017, ciascun artista ha avuto a disposizione uno studio – per la durata di due mesi – e di un alloggio – per sei mesi – che, oltre a essere il luogo di lavoro dove i vincitori hanno realizzato i propri progetti, è diventato anche spazio d’incontro con curatori, critici e operatori del settore.
Ferreri presenta al MACRO il progetto “Origini della geometria”, un dittico scultoreo che prosegue la riflessione sulla contraddizione fondamentale fra unità e molteplicità, mentre il lavoro di Gobbi, “Vertical circumnavigation”, rappresenta una nuova fase di una ricerca dedicata ai palazzi storici di Venezia, di cui l’artista indaga le superfici erose dall’acqua, elaborando forme che gli permettono di affrontare diversi ritmi e dimensioni temporali.
A seguito della realizzazione di un calco attraverso la tecnica del frottage, Gobbi ha riprodotto a merletto il disegno, servendosi di alcuni punti di cucitura ad ago chiamati Sacolà, Greco e punto Burano, tipici dell’isola di Burano.

Nella seconda fase della residenza, l’artista ha lavorato sulla possibile connessione tra la città di Venezia e la leggendaria Atlantide (anch’essa costruita sull’acqua) usando una tecnica semi artigianale utilizzata nelle zone balneari per la creazione di souvenir: attraverso la frapposizione di strati di sabbia colorati all’interno di contenitori trasparenti, Gobbi ha realizzato scene che evocano gli enigmi delle città sommerse e i misteri di certa archeologia che si muove tra documento e ricostruzione ipotetica del passato.
Dal 15 settembre al 26 novembre 2017 torna anche APPUNTI DI UNA GENERAZIONE, il ciclo di mostre curato da Costantino D’Orazio, che indaga la ricerca degli artisti italiani che sono emersi negli anni ’90.
Protagonisti del quarto appuntamento della rassegna sono Simone Berti (Adria, 1966) e Cuoghi Corsello (Monica Cuoghi, Bologna, 1965 – Claudio Corsello, Bologna, 1964).
Per il MACRO Berti ha realizzato dipinti in cui evolve la sua riflessione sulle relazioni della forma dipinta, mettendo a dialogo figure sedimentate nel nostro immaginario collettivo e segni astratti in un gioco che evoca opere del passato più remoto ed esperimenti della pittura del Novecento. Ne risultano icone a metà tra antico e contemporaneo, in cui la categoria del tempo è superata dalla convivenza di colori e forme, che l’artista collega sospendendo qualsiasi giudizio estetico.
Le opere saranno illuminate da una lampada costruita ad hoc dall’artista, che inciderà sullo sguardo dello spettatore e sull’atmosfera che avvolgerà i suoi dipinti nello spazio.
Cuoghi Corsello possono essere considerati pionieri della street art italiana, senza tema di smentita. Nella seconda metà degli anni Ottanta hanno popolato Bologna e molte altre città d’Italia con le loro icone, a metà tra figure animate e segni grafici: in particolare, Pea Brain, CaneK8 e SUF.
Al MACRO sono stati coinvolti in un esperimento assolutamente originale. Cuoghi Corsello hanno esplorato i depositi del museo, dove è conservata la collezione permanente, selezionando centinaia di dipinti che documentano una stagione della pittura italiana tra gli anni Cinquanta e gli anni Settanta ancora piuttosto inesplorata. In quel periodo il Comune di Roma ha arricchito le proprie collezioni attingendo spesso a mostre-concorso, rassegne, premi, donazioni di associazioni o enti assistenziali, che hanno permesso di documentare una generazione di pittori che hanno rivolto il loro sguardo al paesaggio italiano, agli interni e ai ritratti, muovendosi nel solco della tradizione figurativa nel Novecento, mentre le avanguardie indagavano altri linguaggi sperimentali. Il loro lavoro testimonia la persistenza della figura nella pittura, non scevra da un senso nostalgico.
Cuoghi Corsello costruiranno un dialogo aperto tra i dipinti, cucito da una installazione al neon prodotta per l’occasione: un filo di luce che solcherà lo spazio espositivo, animato attraverso una composizione di suoni ideata dagli artisti. Il suono accenderà il neon, che si trasformerà in un fulmine, per irradiare i dipinti estratti dalla collezione del museo.
