Dal 14 luglio al 5 novembre gli spazi espositivi della Fabbrica del Vapore ospitano le fotografie di Stefano Torrione sulle cime alpine, grazie a National Geographic Italia.
La Guerra Bianca è una grande mostra fotografica ideata e realizzata da National Geographic Italia e ospitata grazie al Comune di Milano presso i suggestivi spazi della Fabbrica del Vapore (via Procaccini, 4).
Negli spazi dell’ex aerea industriale trasformati in luogo di incontro, sviluppo e valorizzazione della cultura, i visitatori possono ammirare otre 70 immagini in grande formato, accompagnate da foto d’epoca e mappe esplicative realizzate dal fotografo Stefano Torrione. I luoghi portati in mostra sono stati teatro di un tragico capitolo della storia italiana: la Grande Guerra sul fronte dei ghiacciai.
E tra vecchi scarponi, resti di accampamenti di legno, maschere antigas e cartoline ingiallite, riusciamo a ricostruire la storia drammatica di quei giorni e di quei soldati, che lontani dalle loro case magari vedevano la neve e il ghiaccio per la prima volta.
La Prima guerra mondiale fu anche una guerra di montagna e mai prima di allora l’uomo aveva combattuto a quote così alte, fino a oltre i 3.000 metri sul livello del mare. Gli eserciti del Regno d’Italia e dell’Impero austroungarico si scontrarono sui gruppi montuosi più elevati delle Alpi centro-orientali, tra le cime e i ghiacciai dell’Ortles-Cevedale, dell’Adamello e della Marmolada, tra Lombardia, Trentino Alto-Adige e Veneto.
Il contrasto tra la natura cristallina e l’orrore della guerra
Stefano Torrione, guidato da Marco Gramola, presidente della Commissione storica della SAT, ha raggiunto luoghi luoghi impervi e freddissimi alla ricerca delle tracce lasciate da migliaia di uomini che vivevano e combattevano a 30 gradi sotto zero.
Le foto mostrano scheletri di baracche, trincee, gallerie scavate nella roccia, passerelle affacciate sul vuoto, reticolati, scale di pietra e di legno, cannoni, fucili e oggetti. Il reportage nato dal viaggio del fotografo, pubblicato da National Geographic Italia nel numero edito a marzo 2014, è stato il primo servizio di un’edizione straniera a essere tradotto e ripreso dal sito internazionale nationalgeographic.com, ottenendo oltre 200 mila visualizzazioni da tutto il mondo.
Lo stesso Torrione spiega cosa lo ha spinto a lavorare a questo reportage:
“Il senso di questa esplorazione fotografica si trova nel profondo contrasto tra la sacralità di un’epopea umana tragica, di una guerra combattuta a quote impensabili (in cui persero la vita 150mila soldati, di cui solo un terzo per cause direttamente connesse alla guerra, gli altri di freddo e incidenti legati all’alta quota, e con loro 80mila animali) e un contesto ambientale di incredibile bellezza, dove si esprime la glorificazione massima della natura”.
Un contrasto bello e terribile che ancora oggi non finisce di stupire e atterrire chi guarda le foto in mostra.
Valeria Martalò