La forza delle immagini e l’inaspettato fascino della fotografia industriale

La forza delle immagini
Jim Goldberg

“La forza delle immagini”. C’è un inaspettato fascino che sorprende e ispira nelle immagini fotografiche in mostra al MAST di Bologna che colgono la storia della industria e della società industriale.

A Bologna dal 3 maggio e fino al 24 settembre si svolge una  mostra fotografica, “La forza delle immagini”, se vogliamo singolare: non pittura, non quadri eccellenti, nessuna retrospettiva su periodi notoriamente calamita per il grande pubblico.

 

Si tratta di una affascinante retrospettiva fotografica che può sorprendere e aprire discorsi importanti e riflessioni variegate su un mondo del quale spesso non si pensa possa avere relazioni con l’arte: l’industria e la società industriale.

Da alcuni anni è iniziata la scrittura di una storia dell’industria e una discussione sull’industria stessa a partire dal patrimonio fotografico.

La relazione fra società e industria può essere raccontata? I cambiamenti sociali, il mondo del lavoro.I vantaggi e la prosperità cui la società ha avuto accesso.

I momenti di crisi che questa relazione ha attraversato hanno un loro medium?

Questa mostra ci offre un mondo di immagini che la fotografia connette ed esalta, nei significati e nella sostanza . La fotografia si fa interprete di questo “materiale” sociale e umano. Ne racconta la storia e crea collegamenti, suggestioni, possibili interpretazioni.

La mostra fotografica  “La Forza delle immagini” al MAST di Bologna. raccoglie una vastissima selezione di scatti provenienti dal mondo della produzione. Immagini e visioni che provengono dalla industria pesante e meccanica, dagli ambienti di lavoro, dagli oggetti. Così pure dal mondo operaio e dalla società cui il mondo industriale fa riferimento.

Curata da Urs Stahel la rassegna propone una prospettiva attraverso l’obiettivo di oltre sessanta fotografi. Il visitatore  condotto nel regno della produzione e del consumo, si trova a a sviluppare nuove modalità di visione attraverso la sorprendente ricchezza dell’universo iconografico del lavoro, della fabbrica e della società.

Come già affermato dall’artista Jorge Ribalta:

fotografare macchine, articoli industriali e strumenti da lavoro non è come fotografare altro. C’è sempre una corrispondenza tra la perfezione metallica degli oggetti e la precisione ottica dei procedimenti fotografici.

La suggestione del bianco e nero, la vividezza dei particolari che si fanno evocativi. Gli spazi vuoti. Le ombre gigantesche dei macchinari di produzione. Certi spaccati di periferia urbana che richiamano il mondo industriale da cui proviene e da cui dipende lo sguardo impresso sulla lastra fotografica. Tutto ciò e ancora di più.

È un viaggio attraverso un tempo recente che si fa storia, che riverbera sul presente, connotando di significati luoghi, ambienti, oggetti, che sono in parte restati sempre in un cono d’ombra.  Apparentemente inidonei alla rappresentazione.

La mostra fotografica “La forza delle immagini” si snoda in un percorso semplice ed immediato.

Il risultato della visita  sorprende per la quantità di emozioni insospettabili in grado di suscitare.

Vengono proposte le opere di fotografi e artisti. Incontriamo Berenice Abbott, Richard Avedon, Margaret Bourke-White, Thomas Demand, Simone Demandt, Jim Goldberg, Hiroko Komatsu, Germaine Krull, Catherine Leutenegger, Edgar Martins, Rémy Markowitsch, Richards Misrach, Jules Spinatsch, Edward Steichen, Thomas Struth, Shomei Tomatsu, Marion Post Wolcott e molti altri.

Il curatore Urs Stahel già a proposito della collezione di Fotografia Industriale della Fondazione MAST ci suggerisce qualcosa di davvero innovativo. Uno sguardo oltre l’immediata ovvia bellezza di altri aspetti del nostro mondo, che qui la fotografia scopre, esalta, fa assurgere a luogo estetico e si fa foriera di inedite letture.

In alcune circostanze si allude all’industria come alla zona d’ombra della società.
Questo dato di fatto trova conferma nella controversa relazione con le immagini del mondo dell’industria. Per decenni le foto delle fabbriche sono state trattate con totale indifferenza. E non di rado venivano gettate via quando un’impresa cambiava proprietà. È solo di recente che abbiamo cominciato a rivalutarle e recuperarle, rendendoci così conto di aver rimosso la testimonianza di quasi una metà del mondo, della storia, dell’universo della produzione industriale. Un mondo che fornisce una chiave di lettura preziosa della nostra vita, del nostro pensiero e delle nostre attività.

 Giulia La Face

 

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