Ecco a voi Messer Inverno: la stagione in corso dal pennello di Arcimboldi!

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Ecco a voi Messer Inverno: la stagione in corso dal pennello di Arcimboldi!

Pronti per un altro Infuso d’Arte? Questa volta c’è un personaggio molto speciale, un inverno vecchio e burbero con molte cose da dire. Preparate il bollitore, prendete tazza e filtro e mettetevi comodi. Si comincia!

Avete tirato fuori i vostri vestiti più pesanti? Eh sì perché 29, 30 e 31 gennaio sono noti come i giorni più freddi dell’anno, quelli in cui Messer Inverno fa sfoggio di tutte le sue abilità. Sul menù ci sono tramontana, neve e tanta voglia di rintanarsi in casa.

E visto che questo è proprio il suo momento, direi che è il caso di presentarvelo: ecco a voi il vecchio signor inverno,  gentilmente offerto dalla fantasia e dal pennello di Giuseppe Arcimboldi.

Dipinto per gli Asburgo nel 1563 quest’olio su tavola è oggi conservato al Kunsthistorisches Museum di Vienna. Puoi vederlo qui.

Accigliato e spettinato l’inverno non è altri che un vecchio rugoso, duro come il tronco spaccato che gli fa da volto, da collo e da lineamenti. Un tipo tutto d’un pezzo insomma.

Il legno infatti è quasi l’unico elemento che Arcimboldi ha usato fatta eccezione per il fungo che fa da labbra e per l’edera che forma i capelli sulla nuca.

Quanto all’abito non può che confermare il carattere rigido e spartano del vecchio, dimenticate mantelli e panneggi di velluto: una stuoia arrotolata per lui basta e avanza. Un completo che non è davvero l’haute couture dell’epoca. L’unico vezzo che si concede sono i due agrumi che fanno da spilla. Di lui inoltre non sappiamo nulla perché lo sfondo scuro lo isola da qualunque contesto se non quello dell’allegoria.

Una presentazione che ha davvero poco della nostra idea di freddo, fatta di neve, sciarpe e tazze di cioccolata. Piuttosto ci fa pensare alla durezza degli inverni contadini, mitigata solo dai pochi frutti della terra  e da alcune piante resistenti al gelo. Come gli agrumi e l’edera che vediamo dipinti. Non proprio uno scenario da cartolina.

L’inverno all’epoca di Arcimboldi era associato al sonno, alla morte, e ai principi sotterranei di umidità e buio. Decisamente un buon motivo per dipingerlo vecchio e poco socievole. Ovidio lo descrive come un tipo inquietante che detesta ogni raggio di sole e che se potesse ghiaccerebbe anche quel poco che ha resistito al gelo avvolgendo la terra in una cappa di umidità e di nebbia. Direi che è proprio lui.

Ma il vecchio Messer Inverno non è stato immaginato da solo. No davvero, Arcimboldi a fargli compagnia dipinse per la corte di Massimiliano II d’Austria anche le altre stagioni. La giovanissima primavera, la giovane estate e l’autunno come uomo di mezza età completano la serie e offrono anche qualche ipotesi succulenta.

Alcuni studiosi infatti ritengono che le quattro stagioni avessero lo scopo di celebrare il dominio della casata d’Austria sul macrocosmo (tempo ed elementi) tempo e sul microcosmo (gli oggetti che compongono i dipinti). Tutte le stagioni sarebbero infatti dei ritratti dissimulati del sovrano.

I dipinti della serie possono essere messi uno di fronte all’altro per coppie. L’inverno guarda l’autunno e la primavera guarda l’estate, i due vecchi e le due giovani. Un giochino che si fare anche mescolando la serie delle stagioni con quella degli elementi, dipinta negli stessi anni. L’inverno va col fuoco, l’autunno con la terra, la primavera e l’estate con l’acqua e l’aria. Tutto questo aveva lo scopo di mostrare come il potere del sovrano fosse assoluto.

E per essere sicuri che fosse ben chiaro in ogni dipinto di entrambe le serie è nascosto un elemento che rimanda alla figura del sovrano. Dal collare del Toson d’Oro nel Fuoco, all’aquila nell’Aria. Nel caso dell’inverno il simbolo è un acciarino (elemento che componeva il collare del Toson d’Oro) impresso sulla stuoia. Insomma un modo originale di ricordare all’osservatore chi è che comanda.

E con Messer Inverno in libera uscita niente di meglio di un infuso, d’arte ovviamente, al calduccio di casa. Arrivederci tra due settimane per un nuovo appuntamento con il relax storico artistico!

Chiara Marchesi

Redazione CulturaMente
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