Glorie di Carta è la mostra sugli arazzi Barberini della nota famiglia Romana, sarà presso le Gallerie Nazionali d’Arte Antica di Roma fino al 22 Aprile 2018.
Pensando all’arte del Seicento ci vengono subito in mente le magnifiche sculture, i dipinti e gli affreschi nati dai grandi maestri di quel secolo. Spesso dimentichiamo che fino a non molto tempo fa venivano usati gli arazzi per decorare case e palazzi perché conferivano un tono di importanza alla famiglia che li possedeva.
Gli arazzi si usavano spesso sia con funzione decorativa, per ricoprire le spoglie pareti di Castelli e Palazzi, sia per isolare termicamente le stanze dal freddo inverno. Fungevano anche come degli affreschi mobili usati per diverse occasioni e di cui era responsabile il festarolo.
Nel Seicento l’obiettivo delle famiglie più importanti di Roma era quello di possedere degli arazzi, simboli di lusso e ricchezza, più dei dipinti. Ancora più fasto era conferito dal fatto di possedere un’arazzeria!
La famiglia Barberini decise di fondarne una con il Cardinal Francesco, nipote del Papa.
Per realizzare un arazzo occorreva creare un modello a grandezza naturale su dei cartoni. Successivamente i cartoni erano tagliati per riprodurre fedelmente il disegno nel tessuto.
Fortunatamente molti disegni originali degli arazzi Barberini sono stati ricomposti e conservati e per più di tre secoli hanno abbellito le sale del palazzo. Tali opere monumentali erano create dagli artisti della famiglia romana, in particolare da Pietro da Cortona e i suoi allevi.
Sono state numerosissime le tele prodotte tra cui le 7 più famose: I castelli, Le storie di Costantino, I giochi di putti, I dossali per la Cappella Sistina, La vita di Cristo, Le storie di Apollo e La vita di Urbano VIII.
Delle tele degli arazzi Barberini, tre sono visibili nei cartoni preparatori, accompagnati da due dipinti contemporanei alle tele. Nei due dipinti è possibile vedere papa Urbano VIII e il modo in cui questi arazzi decoravano un tempo i palazzi.
La mostra è un tuffo nel passato dimenticato e nelle glorie di tempi in cui regnava il fasto assieme alle famiglie nobiliari.
Ambra Martino