Uno dei luoghi più suggestivi della Capitale, tutto da scoprire!
Tornando alle origini di Roma, c’è un luogo che secondo la leggenda corrisponde al punto in cui la cesta con i gemelli Romolo e Remo si arenò: il Velabro. Dove si trova? Esattamente ai piedi del Palatino, verso il Tevere e proprio alle spalle della celebre Bocca della Verità. E’ questa quindi l’area dove Roma ebbe inizio. Vista la vicinanza al fiume, qui Etruschi, Greci e le altre popolazioni orientali iniziarono ad effettuare i più importanti scambi commerciali all’interno di quello che era il Foro Boario: un grande mercato destinato alla vendita dei buoi. L’importante area commerciale sorse per ovvie necessità proprio nelle immediate vicinanze del Porto Tiberino, punto di attracco delle tante navi che giungevano nell’Urbe. Di questi antichi luoghi, oggi resta traccia grazie ad alcuni singoli edifici che si affacciano su piazza della Bocca della Verità.
Il nome odierno del luogo si riferisce al curioso mascherone esposto nel porticato della Basilica di Santa Maria in Cosmedin. La sua origine è molto antica. Il mascherone altro non era che un chiusino in pietra che faceva parte di un sistema fognario risalente al IV secolo a.C. Il fatto più divertente è che oggi diventa d’obbligo per il turista che si reca a Roma scattare una foto ricordo con la propria mano dentro la bocca del mascherone!
Dietro questa usanza, c’è una celebre leggenda. In epoca medievale, sembra fosse abitudine condurre davanti al mascherone, i condannati per far loro introdurre la mano all’interno della Bocca. Se ritenuti innocenti, la mano era salva; ma se colpevoli… il mascherone l’avrebbe troncata di netto! Alcuni ritenevano che i giudici, se convinti della colpevolezza del malcapitato, aiutassero la Bocca a compiere il suo dovere, ponendovi dietro un carnefice con una spada ben affilata per effettuare il tragico taglio!
Tornando alla storia, ciò che sappiamo con certezza è che la Basilica di Santa Maria in Cosmedin. E’ un antico luogo di culto edificato esattamente al di sopra di due strutture di epoca romana. Una era la Statio Annonae, il servizio che gestiva l’approvvigionamento e la distribuzione di cibo al popolo romano (le cui colonne sono oggi ben visibili nella parete d’accesso della chiesa). Altra era l’Ara Massima di Ercole, un santuario eretto a tutela dei commercianti, dove i mercanti ellenici e quelli locali potevano incontrarsi e trattare liberamente sotto la tutela e la garanzia del dio Ercole.
Ben visibili ancora oggi all’interno del Foro Boario sono i due templi presenti in piazza, proprio di fronte alla Basilica. Il primo, assai curioso, è a pianta circolare ed è stato identificato con il Tempio di Ercole e detiene un record particolare: fu edificato nel II secolo a.C. e per questo diviene il più antico edificio in marmo di Roma ad essere rimasto in piedi fino ai nostri giorni! Il secondo tempio si trova nelle immediate vicinanze. E’ di forma rettangolare ed è stato identificato con il Tempio di Portuno, l’antica divinità protettrice di porti e fiumi.
Rimasti in uso entrambi per tutto il periodo della Roma imperiale, nel Medioevo furono trasformati in due chiese. Il primo diventò la Chiesa di Santa Maria del Sole, il secondo la Chiesa di Santa Maria Egiziaca. A coronamento della piazza, come spesso accade a Roma, fu posta l’elegante Fontana dei Tritoni, realizzata dall’architetto Carlo Bizzaccheri per volere di papa Clemente XI. Ispirandosi allo stemma del pontefice, fu disegnato un grande catino ottagonale con i lati concavi, in modo da formare una stella a otto punte: la stella caratteristica della famiglia Albani appunto.
Tra gli ultimi importanti resti di epoca romana, impossibile non menzionare l’Arco di Giano. Risalente al IV secolo d.C. e che in realtà, vista la sua datazione, sarebbe più corretto legarlo a Costantino. Giano in realtà è un’antica divinità protettrice di porte e passaggi, rappresentato solitamente con quattro facce. L’arco in questione è in effetti quadrifronte, presenta cioè proprio quattro passaggi. Ma forse il suo utilizzo era connesso con la zona di mercato circostante. Un’area quindi quella del Velabro e del Foro Boario in grado ancora oggi di raccontare un pezzo importante dell’Antica Roma!
Autore: L’Asino d’Oro Associazione Culturale