All’Ex Galleria di Roma fino al 5 novembre 2017 è ospitata una mostra personale di Alessandra Diodati, artista emergente romana.
In un locale del quartiere Monti di Roma, che prima era una vera e propria galleria d’arte ed ora è una specie di salotto accogliente, tra un bicchiere di vino e un cocktail avete la possibilità di ammirare alcuni dei dipinti di Alessandra Diodati.
Il titolo della personale, “Lo scrigno dei colori: il rapporto che cambia la percezione”, è già evocativo. Infatti, rende perfettamente l’idea di ciò che più colpisce in questi dipinti astratti di Alessandra Diodati: l’uso di tutti i colori, sul quale sono incentrati la ricerca e lo studio dell’artista.
Tanto che, quando ci si imbatte in un quadro con sfondo nero, come “Uomo”, ci si meraviglia.
La stessa artista sostiene di essere sempre stata affascinata dallo studio del colore come elemento la cui percezione può cambiare a seconda del rapporto con il resto dell’opera. Uno stesso blu accostato a un rosso ci darà una sensazione diversa da un blu accostato al giallo.
Alessandra Diodati si appassiona al disegno e alla pittura fin dai primi anni di scuola. Ma inizia a dipingere con costanza a partire dal 2014. Il percorso personale e artistico di questi tre anni si legge nei quadri esposti nelle tre mostre di Diodati.
La sua prima personale in assoluto è stata allestita nello scorso mese di agosto nel Comune di Navelli, in provincia di L’Aquila, e nei mesi di settembre e ottobre c’è stata una prima esposizione romana negli spazi del “Pierre Le Fou” al quartiere Pigneto.
“Tutto è per me come uno scrigno da cui prendere colori e linee, che il quadro indossa per concretizzare la mia realtà interna.”
Abbiamo avuto l’occasione di visitare tutte e tre le personali di Alessandra Diodati e abbiamo trovato emozionanti molti dei dipinti esposti. E’ vincente l’idea di accompagnarli, non solo con le classiche didascalie, ma anche con delle poesie scritte dalla stessa artista. L’insieme aiuta a capire le emozioni che la pittrice vuole suggerire.
Lo scrigno di Alessandra Diodati, infatti, ricorda un po’ quello del personaggio di Porzia del “Mercante di Venezia”. In entrambi sono custodite delle immagini: il ritratto di Porzia in quello che decide il destino dell’ereditiera shakespeariana; emozioni e i sentimenti nei dipinti di Alessandra Diodati.
D’altronde a quest’ultima quello che più interessa è “la rappresentazione libera e astratta delle immagini, che dovrebbero essere intuite, anche se totalmente scomposte o estremamente semplificate nella forma”.
Alessandra Diodati cerca di imparare la concezione di immagine dagli artisti che più la ispirano. In questo senso, lei guarda evidentemente a pittori immortali come Picasso, Pollock, Klee, Kandinsky, Frida Kahlo, Modigliani, Mirò.
Ma si lascia ispirare anche dal cinema di Michelangelo Antonioni. “In alcune scene dei suoi film non ci sono dialoghi, proprio perché non vuole dare una mera descrizione della realtà ma piuttosto trasmettere un’immagine, difficilmente descrivibile razionalmente, ma che lascia dentro un vissuto e una sensazione di pienezza”. In particolare, Alessandra Diodati ha rappresentato una delle ultime scene de “La notte” in una serie dei disegni realizzata durante il suo soggiorno a Parigi.
Stefania Fiducia