Al Museo del Bijou la mostra dedicata a De Liguoro

Dopo la prima mostra dedicata a Ornella Bijoux, la serie di mostre monografiche dedicate ai Grandi Bigiottieri Italiani curate da Bianca Cappello prosegue con De Liguoro, storico marchio conosciuto e apprezzato nel mondo per la produzione di bijoux per l’alta moda italiana lungo tutto l’ultimo ventennio del Novecento. La mostra sarà ospitata presso il Museo del Bijou di Casalmaggiore in provincia di Cremona, unico museo dedicato al bijoux in Italia, dal 24 settembre al 20 novembre 2016. La mostra è organizzata dal Comune di Casalmaggiore con la partecipazione della associazione Amici del Museo del Bijou. 
Un sorprendente percorso espositivo che metterà in scena circa 300 creazioni e che narra l’evoluzione della maison De Liguoro dagli anni ’60 ad oggi. Bijoux, accessori e splendidi corpetti gioiello indossati dal corpo di ballo della Rai in occasione di spettacoli televisivi.
Gianni De Liguoro è un creativo inesauribile e, con una formazione da sarto, ambito nel quale la sua famiglia lavora da due generazioni, all’inizio degli anni ’60, assieme alla moglie Angela, decide di intraprendere la produzione di gadget per il mercato in espansione. Nascono così i famosissimi pupazzi in materiale plastico di Calimero, distribuiti nei fustini della Miralanza, a cui seguono una serie di simpatiche spille a forma di topolino prodotte per la Perugina e, alla fine degli anni ’60, delle collane “talismano” per la Ramazzotti e disegnate dal pittore e illustratore Mario Moletti.
Da questo momento la creazione di bijoux di De Liguoro è inarrestabile e ottiene vasta eco nei principali redazionali degli anni ’70 fino a farsi notare, nel 1980, da Clara Centinaro, la pioniera del made in Italy che creò abiti per principesse e first lady di tutto il mondo, la quale lo introduce nel mondo dell’alta moda e delle sfilate. Da questo momento De Liguoro collaborerà con alcuni tra i marchi più raffinati ed eleganti del Made in Italy tra cui Alberta Ferretti, Fausto Sarli, Rocco Barocco, Renato Balestra, Enzo Russo e Trussardi.
Seguendo la sua creatività estroversa e visionaria, realizza per l’alta moda anche i bijoux da sposa oltre che speciali produzioni per il jet set e di alcuni programmi di intrattenimento in prima serata della Rai. Alla seconda metà degli anni ’80 risale la collaborazione con il concorso di Miss Italia per cui realizzerà le più strabilianti corone mai indossate dalle reginette.

“Questa mostra corona un sogno di 50 anni di lavoro dedicato al bijoux e all’accessorio moda – afferma Gianni De Liguoro e prosegue – sarà possibile vedere uno spaccato di storia dell’artigianato italiano che pur mantenendo la tradizione continua il suo viaggio nell’universo del bijoux”.



I materiali nel mondo di De Liguoro rappresentano un esercizio di sperimentazione continua, dove la Bellezza è creata anche usando un nastro di cuoio “rubato” alle antiche macchine da cucire, la canapa grezza, specchi, i cammei neri in french jet boemo oppure una sottilissima lastra di alluminio, il tutto armonizzato e curato nei minimi dettagli fino a ottenere una sorprendente perfezione estetica e formale.

Bianca Cappello
Storica e critica del gioiello, docente di storia del gioiello presso Galdus Milano. Coordinatore curatoriale della collezione del primo biennio del Museo del Gioiello di Vicenza. Al suo attivo seminari sulla Storia del Gioiello e della Bigiotteria presso Università e Accademie di Belle Arti in Italia tra cui La Bigiotteria Italiana presso il Politecnico di Milano (aa 2011/2012) e Design del Bijou per la Moda presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia (in corso). È autrice di pubblicazioni, tra cui Storia della Bigiotteria Italiana edito da Skira. Coordinatrice di conferenze e curatrice di mostre sul gioiello e sulla bigiotteria tra cui Indossare la Bellezza, la grande bigiotteria italiana (catalogo edito da Sillabe) presso l’Istituto Italiano di Cultura di Belgrado e presso il Museo del Bijou con cui collabora da tempo.


Museo del Bijou
Unico in Italia, il Museo del Bijou, fondato nel 1986 a Casalmaggiore, storico e importante distretto di bigiotteria sorto tra XIX e XX secolo, conserva e valorizza oltre 20mila pezzi di bigiotteria insieme a macchinari, utensili, fotografie e cataloghi provenienti dalle dismesse industrie locali e da numerose donazioni di aziende e collezionisti del settore, dalla fine dell’Ottocento alle soglie del nuovo Millennio.

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