A San Pietroburgo esposte 150 opere di Salvador Dalí
Non è facile unire sotto lo stesso tetto di un museo opere classiche e surreali che insieme diano armonia all’esposizione. Nel prestigioso Museo Fabergé di San Pietroburgo, dal 1 aprile al 2 luglio, l’incontro dei due stili si riflette perfettamente nella mostra “Salvador Dalí. Surrealist and classic.” È la prima volta che l’elegante museo della capitale zarista russa ospita una mostra così grande dedicata ad uno dei più grandi artisti del XX secolo, Salvador Dalí.
Sono oltre 150 le opere esposte al primo piano del museo, provenienti dalla Fondazione Gala-Salvador Dalí di Figueres in Catalogna e da altri musei e collezioni private.
A guidare il visitatore è il viaggio creativo di Dalí, dalle opere realizzate negli anni trenta e che lo hanno reso famoso, ai temi dell’arte classica europea della fine del secolo.
Surrealismo
Il Dalí in mostra al Fabergé non è nient’altro che l’unione del contemporaneo e dell’antico, alla scoperta delle combinazioni enigmatiche che richiamano sogni e visioni. Tra le opere in mostra, “Gli elementi enigmatici del paesaggio” del 1934 e “Alla ricerca della quarta dimensione,” realizzato nel 1979 e considerato l’emblema del simbolismo daliniano. È il periodo surrealista dove Dalí riprende l’arte del pittore olandese Jan Vermeer, dandogli l’appellativo di surrealista integrale.
Il ritorno al Rinascimento e le illustrazioni della Divina Commedia
Dopo la pausa dal surrealismo, gli anni Quaranta iniziano con il ritorno al classicismo e ai valori del Rinascimento. La serie di illustrazioni per la biografia di Benvenuto Cellini, una delle figure più famose del Rinascimento fiorentino, realizzate nel 1945, testimoniano la transizione degli stili e la ricerca di interpretare testi con illustrazioni creative.
Andando pari passo con la carriera artistica dell’artista nato nella città spagnola di Figueres nel 1904, la mostra include un altro grande progetto di Dalí, la serie di illustrazioni della Divina Commedia. Commissionatagli dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello stato in onore del settecentesimo anniversario dalla nascita di Dante Alighieri, la serie, iniziata nel 1950, comprende 102 illustrazioni dei tre canti danteschi, inferno, purgatorio e paradiso. In esposizione al Fabergé di San Pietroburgo le 100 illustrazioni riprodotte in fotoincisione tra il 1959 e il 1963.
Classicismo
Gli anni Ottanta, gli ultimi anni di carriera e di vita di Dalí, sono caratterizzati dalle tele dedicate ad un altro genio del Rinascimento, Michelangelo Buonarroti. Sono I lavori di Michelangelo che risvegliano in Dalí il grande rispetto per la tradizione e il passato, ma che allo stesso tempo non gli nascondono il desiderio di sperimentare la modernità. Alcune di queste opere, dopo essere state esposte al Palazzo Blu di Pisa, per la prima volta compongono il corpus di una mostra in terra russa, dando un valore aggiunto alla figura di Dalí e alla sua arte. Tra la selezione degli oli poco conosciuti, troviamo “Senza Titolo. Cristo dalla Pietà di Palestrina attribuita a Michelangelo,” “Senza titolo. Giuliano de’ Medici da quello del sepolcro di Giuliano de’ Medici di Michelangelo” e “Senza titolo. dal Ragazzo accovacciato di Michelangelo.”
La mostra è stata organizzata dalla Fondazione storico-culturale The Link of Times, in collaborazione con MondoMostre e la Fondazione Gala-Salvador Dalí, e curata da Montse Aguer, direttore della fondazione spagnola, e da Thomas Clement Salomon, coordinatore accademico di MondoMostre.
Maria Michela D’Alessandro