Continua l’avventura di Pillole #tuttoin12minuti al Teatro Studio Uno di Roma. Ecco le pillole della serata del 29 giugno 2017.
Una serata da caldo africano è l’ideale per andare a teatro, soprattutto per vedere il buon teatro offerto dal Teatro Studio Uno di Roma con il Festival Pillole #tuttoin12minuti. Si tratta di un festival di corti teatrali di 12 minuti e i vincitori dovranno sviluppare la propria idea per uno spettacolo da mettere in cartellone al Teatro Studio Uno.
La serata del 29 giugno 2017 è stata una serata particolare.
Primo tempo
La prima delle sei pillole proposte è stata Cuori di pietra, cuori di carne di Martina Procacci, con i bravi Eleonora Bruno, Grazia Imbastaro, Alessandro Gorgoni e Martina Procacci e la regia di Antonio Veneziani e Martina Procacci. Il titolo è tratto da un passo del Libro di Ezechiele che dice: “Darò loro un cuore nuovo e uno spirito nuovo metterò dentro di loro; toglierò dal loro petto il cuore di pietra e darò loro un cuore di carne, perché seguano i miei decreti e osservino le mie leggi e li mettano in pratica; saranno il mio popolo e io sarò il loro Dio”.
Il testo era incentrato sul rapporto di una gravidanza non voluta dal marito, plagiato anche da una televisione e da una forza di non reagire che lo porterà a commettere un infanticidio. La madre voleva il bambino e resta influenzata nelle sue scelte da un’anima celeste chiamata Dio. La presenza della Mater la accoglieva e aiutava. Nonostante la bravura degli attori, la trama era estremamente complessa tanto da non capire purtroppo chi fossero i personaggi e i loro ruoli. Non capendo esattamente la storia, ho avuto personalmente delle sincere difficoltà nell’apprezzare tutto il lavoro fatto, e ciò mi dispiace perché sono giovani bravi, talentuosi e con tanta voglia di fare.
Il dramma di un figlio
La seconda pillola offerta è stata, a mio avviso, la migliore della serata. Si tratta di Vietato Piangere, scritto e interpretato magistralmente da Gaia Magni con la regia di Clara Mori e le musiche originali di Filippo Borghi. Siamo in una stanza, una stanza piena di oggetti e giocattoli. Tra di essi c’è Mr. Scoreggia, il confidente segreto della protagonista.
Questa donna nasconde un dramma: ha perso il suo bambino, investito di notte mentre stava sulla bicicletta. È una donna distrutta e corrosa dai sensi di colpa. Il marito aveva suggerito di prendere la macchina, ma lei aveva optato per la bicicletta in quanto l’aria è salutare. Riceve continue telefonate dalla madre e da persone che conosce che la infastidiscono. Alla fine sarà il suo stesso figlio ad incoraggiarla ad andare avanti, ma prima deve avere giustizia! Il testo era avvincente, drammatico ma non pesante, coeso e ben recitato.
Prima della pausa l’ultimo corto è stato Tocofobia, scritto da Tommaso Arati Di Maida e Pietro Marone con Gabriele Ciccorelli, Lucia Lanzolla, Federica Valloni e Filippo Velardi.
Il testo parlava dell’impossibilità di avere figli. Tocofobia significa letteralmente “paura del parto“. Siamo in casa di Carla e Carmelo. Una coppia che sembra felice, normale, ma Carla non può avere figli. Sarà lei ad organizzare una cena con i loro amici Fausto ed Elisa per confessare al marito la propria sterilità. L’opera parla della difficoltà della comunicazione. Spesso noi siamo silenti davanti a drammi del genere, non riusciamo a comunicare, anche perché abbiamo paura delle reazioni altrui.
Secondo tempo
Dopo la meritata pausa (le temperature della sera del 29 giugno erano veramente insostenibili) lo spettacolo è ripreso con la pillola più premiata. Si tratta di Questione di centesimi, una produzione Massa a Fuoco, scritto e recitato da Pasquale Faraco con la regia di Paolo Schena. Un operaio della FIAT di Pomigliano d’Arco racconta la sua vita seduto su di uno sgabello. La sua vita frenetica in fabbrica (che ricorda molto Tempi Moderni di Charlie Chaplin, la crisi che incombe, i problemi e le angosce di un lavoratore. Un testo difficilissimo ma estremamente forte. L’unico appunto che mi sono permesso di fare è stato quello di inserire un secondo personaggio. Recitare sempre con lo stesso ritmo narrativo da soli potrebbe risultare pesante.
La vita che va avanti
La serata è andata avanti con Un Capitano di Amr Abuorek, con Ivano Russo e la regia di Eleonora Gusmano. Siamo in fondo al mare, quel tragico mare che ha inghiottito molte vite umane. Amr, giovane pescatore egiziano, decide di migliorare la sua vita e imbarcarsi verso l’Italia. In un momento di difficoltà, prenderà il controllo della nave. La barca affonderà nel silenzio del 2006, quando l’Italia era troppo impegnata a seguire gli sviluppi dei Mondiali di Calcio. Il racconto è un testo sulla drammaticità di tali vite e sul menefreghismo del mondo moderno.
L’ultima pillola è stata Il fiore e l’acqua, con la regia di Circomare Teatro, scritto ed interpretato da Alessandra Cappuccini. Una bambina nasce dal mare per metà bianca e metà nera e si ritrova a vivere in un mondo dilaniato da guerra. Il testo era interessante e accattivante.
Questa sera ci sarà l’ultima parte delle “pillole“! Stay tuned.
Marco Rossi