Durante la Seconda Guerra Mondiale alle donne e agli uomini spettarono parecchi difficili compiti. Tra questi, quello di far sopravvivere quanto di buono aveva creato l’uomo fino a quel momento.
Arte, scrittura, fotografia, scultura e moda: tutto doveva sopravvivere al nazismo e, perché no, rifondarsi su nuove prospettive. Nella vita di tutti i giorni, le donne continuavano a volersi sentire femminili e, senza avere un soldo per un paio di collant con la riga nera, si dipingevano la riga direttamente sulla gamba. Tutte cucivano, riciclavano, per mantenere una parvenza di normalità: gli abiti da sposa venivano cuciti a mano con le tele dei paracaduti, per dirne una.
Ferragamo iniziò ad usare materiali poveri come il sughero e la paglia per la zeppa delle scarpe, perché di pellame e cuoio non ce n’era l’ombra. Durante l’occupazione francese, le donne di Parigi portavano avanti una resistenza politica ed estetica, offendendo le mogli degli ufficiali tedeschi indossando un look opposto al loro. Le parigine iniziarono ad usare turbanti e foulard, come dichiarazione di autonomia, contro i teutonici cappelli dalle linee rigidissime.
Forse potrà far sorridere questa sorta di resistenza fashionista, ma è stata importante per preservare la bellezza sotto le bombe e mantenere la creatività in dittatura.
1947: la prima sfilata di Christian Dior, il New Look conquista il mondo
La guerra è finita da due anni, Dior aveva abbandonato la moda per arruolarsi, ma finito il conflitto bellico ricomincia a collaborare con Balmain. Nel 1946 Dior apre la sua prima boutique e inizia a disegnare la donna del dopo guerra: niente più panno, tessuto povero della moda bellica; niente abiti a sacco, mortificazione delle forme. Quella che Dior crea, regalandola alle generazioni fino al 2021, è la donna moderna.
Nel 1947, al numero 30 dell’avenue Montaigne a Parigi, Dior presenta al mondo il New Look: gonna a corolla, guêpière che stringe leggermente il punto vita, caviglie in mostra. La donna è tornata alla ribalta e con lei la femminilità, la voglia di scrollarsi di dosso la guerra, la paura, le uniformi, la fame.
Micaela Paciotti
Foto: abito Christian Dior, collezione privata, per gentile concessione di TimelessVixen.