“Leonardo”: l’artista maledetto dalla Rai

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Dopo il successo dei Medici, la Rai ci riporta nel Quattrocento italiano alla scoperta di un personaggio contemporaneo a Lorenzo il Magnifico, noto e ammirato in tutto il mondo: Leonardo da Vinci.

La serie tv, che si intitola proprio Leonardo, è una produzione internazionale che vede nel ruolo del protagonista l’irlandese Aidan Turner, già noto al grande pubblico per aver interpretato il ruolo di Kili nel film Lo Hobbit. Completano il cast attori di fama mondiale tra cui Freddie Highmore, Matilda De Angelis e Giancarlo Giannini. La messa in onda in prima assoluta è avvenuta lo scorso 23 marzo con le prime due puntate e continuerà per altre tre settimane per un un totale di 8 episodi.

La fiction, che volutamente non aspira troppo alla fedeltà storica e alla complessità di scrittura, parte da alcuni fatti documentati, per poi tessere la trama di un vero e proprio giallo con tanto di detective (Freddie Highmore, quand’è che sei diventato maggiorenne?) e sospettato (il povero Aidan Turner più barbuto e capelluto che mai). Il crimine che si cerca di risolvere è l’assassinio di Caterina Da Cremona (l’attrice bolognese, come nella serie HBO-Sky The Undoing, muore nel primo episodio: non è che forse forse Matilda De Angelis si prepara a diventare il nuovo Sean Bean?). L’indagine si svolge rievocando gli eventi tra Firenze e Milano di diversi anni prima, che noi rivediamo tramite l’ormai più che assodata tecnica del flashback.

Lo spettatore conosce così la vita di Leonardo all’interno della bottega del Verrocchio, quando crea le sue prime opere. Manifesta subito anche il suo straordinario ingegno, inventando un innovativo sistema di carrucole per apporre la croce colossale sulla cupola del Brunelleschi (ah, la cupola… come dimenticare l’unico, grande e vero amore di Cosimo de’ Medici!). Come ogni artista ed eroe che si rispetti, è afflitto da un tormento interiore che gli costa l’epiteto di “maledetto”. Più volte viene usata questa parola nel corso dei due episodi per definire l’artista. Anche per ciò che succede, è chiaro che Leonardo viene dipinto come il classico genio che riesce con grande semplicità ad auto-sabotarsi (in un’ora e mezza passa dall’essere primo apprendista elogiato da tutti a prigioniero per sodomia). Inoltre, lui e la sua arte sono incompresi da chi li circonda: lo vediamo perdere delle commissioni poiché non riesce a fare a meno di dipingere la verità di ciò che gli sta davanti (nessuno vuole vedere la realtà, non l’ha capito!). Tanta sofferenza e inquietudine hanno origine da un rapporto complesso con il proprio padre (chi l’avrebbe mai detto?!) che lo considera nient’altro che un errore “frutto di una serata passata a bere troppo vino” e che si è costruito una nuova famiglia.

Non può mancare poi il filone sentimentale della trama, portato avanti proprio grazie all’introduzione del personaggio di fantasia di Caterina da Cremona (Caterina, come il nome della madre di Leonardo: ma quanto sono freudiani questi sceneggiatori?). Tra i due si sviluppa un profondo legame d’amicizia, nonostante inizialmente sembrerebbe esserci dell’altro (ma la friendzone è sempre dietro l’angolo). Che cosa sarà successo tra i due e che cosa avrà portato la donna alla morte?

Il problema di Leonardo

Leonardo è una serie di intrattenimento. È perfetta per passare il martedì sera (non solo in situazioni di pandemia, chiariamoci!) perché non ti richiede chissà quali riflessioni sulla vita o sull’arte, ma si limita a seguire la biografia romanzata dell’artista seguendo un po’ i grandi temi (ma qui potremmo parlare di “grandi stereotipi”) delle storie tradizionali (o anche “delle fiction Rai”). Il problema è che non si presenta così. Ne è stata fatta una grandissima pubblicità e la produzione, per il suo carattere internazionale, è alquanto imponente. Questa serie si propone come un prodotto serio e significativo. Cosa che non è per colpa di una scrittura approssimativa e troppo semplicistica.

Va bene la scelta di non seguire gli eventi storici. D’altra parte, la vita non è una sceneggiatura e in molte opere che raccontano la vita di qualcuno si assiste a una rivisitazione in chiave narrativa di eventi realmente accaduti. Il problema è che anche il mondo delle storie – per quanto fittizio – ha le -sue leggi. Se si alterano, si perde la qualità di quanto si sta realizzando.

Tutto ciò che avviene nelle prime due puntate di Leonardo ha uno sviluppo talmente rapido da risultare comico. Lo si vede bene nel rapporto tra l’artista e Caterina: tutti i conflitti che si creano tra loro – l’incomprensione iniziale perché lui la definisce “logora”, il litigio dovuto al fatto che l’abbia ritratta con la cicatrice che lei odia, la delusione di lei per essere stata rifiutata dal punto di vista sentimentale – hanno una rapida e serena risoluzione.

Il personaggio di Freddie Highmore che conduce le indagini contro Leonardo nel “presente” della narrazione è completamente anonimo per il pubblico. Si vede un uomo intenzionato a far giustiziare Leonardo Da Vinci per ottenere una promozione, ma non ne capiamo le motivazioni profonde. È vero che si tratta solo dei primi episodi. Forse tutto ci sarà più chiaro nelle prossime puntate.

È vero che è importante incontrare i gusti del pubblico e che un prodotto d’intrattenimento non deve risultare pesante. Però qui stiamo parlando di Leonardo Da Vinci. Se l’obiettivo è celebrare uno dei più grandi geni di cui la nostra patria può farsi merito, è anche importante restituirne un’immagine degna che vada oltre la macchietta del giovane ragazzo incompreso e tormentato.

Leonardo e I Medici

La struttura della storia di Leonardo ricorda molto quella della prima stagione dei Medici. Anche in quel caso, il primo episodio si apriva con un omicidio e buona parte della vicenda ruotava intorno a questo mistero. Se è vero che un giallo mantiene sempre viva l’attenzione del pubblico, è altrettanto vero che la figura di Leonardo non ha bisogno di questi escamotage per rendersi interessante.

Ci sono alcune somiglianze tra questa nuova serie e le tre dedicate alla famosa famiglia fiorentina precedentemente realizzate dalla Rai. C’è anche un attore, Alessandro Sperduti, che unisce le due produzioni (e se nei Medici interpretava Piero, il figlio poco capace di Cosimo, ora gli tocca il ruolo dell’artista all’ombra di Leonardo. Mai una gioia, insomma!).

Ci sono anche dei lati positivi

È giusto riconoscere alla serie anche i suoi meriti. Innanzitutto, vedere delle opere d’arte sullo schermo (e che opere!) è sempre molto bello e rigenerante.

È interessante, per quanto riguarda la fotografia, la scelta di ricorrere solo alla luce che Leonardo stesso avrebbe potuto utilizzare per dipingere. Sul set, quindi, le scene degli interni sono illuminate solo da candele e fuoco del camino, mentre per gli esterni si ricorre alla luce solare e lunare.

Anche i costumi sono degni di nota e piuttosto accurati nella realizzazione a partire da modelli e tessuti dell’epoca.

I riferimenti reali

Nel secondo episodio, viene raccontata la storia della maledizione di Leonardo legata a un episodio dell’infanzia dell’artista. La madre trova un nibbio appoggiato sulla culla del bambino. Spaventata, si rivolge a una maga del paese che le dice che il figlio è maledetto e che distruggerà tutti coloro che ama. Quindi, la donna invita la madre di Leonardo a portarlo via dal villaggio (ma poi, chi li pensa quelli del villaggio?!).

Questo fatto è probabilmente ricalcato sulla base di un sogno fatto dal vero Leonardo Da Vinci raccontato dall’artista in uno dei suoi scritti. In questo sogno, il piccolo Leonardo vede avvicinarsi un nibbio alla sua culla che gli apre con la coda la bocca e inizia a percuoterlo con la stessa dentro le labbra. Per Da Vinci questa immagine sarebbe alla base del suo interesse per il volo degli uccelli. Per Freud – che molti secoli dopo analizzò il contenuto del sogno in chiave psicanalitica – è un segno dell’omosessualità latente di Leonardo.

Al prossimo episodio…

Per dare un giudizio definitivo, è necessario prima vedere l’intero prodotto. Vediamo cosa ci riserveranno i prossimi episodi di Leonardo. Nel frattempo, vi lasciamo qualche vignetta divertente realizzata da noi sulla base dei nostri commenti in diretta mentre guardiamo la serie.

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Federica Crisci e Francesca Papa

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Sono laureata in Italianistica e insegno lettere. Amo la letteratura e tutto quello che riguarda la lingua italiana, ma sono anche una grande appassionata di serie tv e di musica.

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