Alcuni studi dimostrano che per mantenere il nostro cervello stimolato anche con il passare degli anni, la miglior soluzione è ascoltare la musica che ci piace. Essa, infatti, è capace di attivare entrambi gli emisferi del cervello, il che porta a un’ottimizzazione dell’attività cerebrale in ognuno di noi.
I benefici della musica: Perché è importante che faccia parte della nostra quotidianità
La musica aiuta a stimolare l’attività celebrale a qualsiasi età, evocando sentimenti positivi e portando ad una maggiore produttività. Uno dei modi più facili per raggiungere la calma mentale, o la massima concentrazione, è semplicemente ascoltare la musica che ci piace più spesso: a lavoro, in macchina, mentre studiamo, nei momenti di svago, o seduto intorno al tavolo verde.
Capita spesso che pensando al termine “musica”, la prima cosa che ci viene in mente sono le canzoni che ci appassionano e che suscitano in noi emozioni.
Infatti, ascoltare una melodia che ci fa ricordare un momento che è stato importante nella nostra vita, riesce a farci staccare dalla routine per un momento, e a volte riesce addirittura a migliorare la nostra giornata.
La musica aiuta a sviluppare più concentrazione e creatività
La ragione per cui la musica aiuta a concentrarsi, è che essa stimola i neurotrasmettitori che producono la dopamina, la quale ha un effetto diretto sulla concentrazione.
La dopamina, conosciuta anche come la “molecola della motivazione”, è direttamente collegata al sistema della ricompensa celebrale.
Proprio come quando mangiamo un cioccolatino, inaspettatamente quando ascoltiamo la nostra canzone preferita alla radio, diventiamo improvvisamente più felici, ma anche più produttivi.
Inoltre, secondo studio del Dr. Lesiuk, un rinomato neurochirurgo americano, la musica migliora il rendimento dei lavoratori sul posto di lavoro.
Sembrerebbe che chiunque ascolti la musica – capace di far diminuire di gran lunga i livelli di stress – riesca ad eseguire i propri compiti più velocemente, oltre a diventare automaticamente anche più creativo.
Ascoltare la musica può aiutare ad alleviare il dolore
Ascoltare la propria musica preferita mentre si va a lavoro, mentre si è a casa, o mentre ci si allena, può essere più di una semplice distrazione.
Un team di esperti in Svezia dimostra che ascoltare frequentemente la musica che amiamo aiuta a controllare i livelli di cortisolo nel sangue, ovvero l’ormone dello stress.
Così, indirettamente, la musica può servire anche come antidolorifico, poiché non solo distrae dal dolore, ma aiuta anche a evocare emozioni positive.
Per questo motivo, ascoltare la musica può risultare molto utile per le persone con condizioni di dolore cronico come la fibromialgia.
I meccanismi dell’effetto analgesico della musica sono stati studiati fin dagli anni ’50. Ció nonostante, ancora oggi non c’è una spiegazione certa sul fatto che la musica aiuti effettivamente a ridurre il dolore o semplicemente a distrarci dalla sofferenza che provoca in noi.
La musica classica e l’effetto Mozart
Abbiamo visto che la musica in generale aiuta a rimanere concentrati. Tuttavia, è stato dimostrato che alcuni generi musicali possono essere più efficaci di altri.
Infatti, una ricerca dell’Università di Helsinki ha dimostrato che la musica classica è più efficace nello stimolare le funzioni cerebrali.
Più precisamente, ascoltare della musica classica stimola i neuroni incaricati di produrre la dopamina, e anche i neuroni incaricati di regolare le malattie neurodegenerative.
Per cui, se ci piace ascoltare compositori come Bach, Mozart o Beethoven, avremo la possibilità di concentrarci al meglio per studiare o lavorare, indipendentemente dall’età.
Un altro studio realizzato dalle università di Kyoto e Harvard, ha analizzato l’effetto Mozart, ovvero la proprietà della musica di stimolare il sistema nervoso autonomo.
La ricerca ha dimostrato che per la fascia d’età dai 65 ai 75 anni gli individui hanno ottenuto risultati migliori ascoltando Mozart, che non ascoltando musica dissonante o caotica.
Ancora una volta, si è scoperto che la funzione cerebrale di una persona anziana mostra ancora la stessa capacità rigenerativa delle persone più giovani, soprattutto quando si ascolta la musica classica.
La musica aiuta a recuperare i ricordi nelle persone con demenza e Alzheimer
Il neurologo Oliver Sacks, meglio conosciuto per il documentario “Alive Inside”, afferma che “la musica evoca emozioni, e le emozioni possono portare indietro i ricordi. Essa riporta un senso di vita quando nient’altro può farlo”.
Infatti, associando la musica ad ogni attività quotidiana delle persone con demenza e Alzheimer, si è scoperto che queste sviluppano un senso del ritmo che le aiuta a recuperare la memoria associata a quell’attività, migliorando, poco a poco, la loro capacità cognitiva.