Nel catalogo de Il Saggiatore è ora disponibile Metropolis. Storia della città, la più grande invenzione della specie umana, un libro in cui Ben Wilson, storico e ricercatore dell’Università di Cambridge, spiega cosa è la città.
Come lo stesso autore specifica all’interno della sua dichiarazione di intenti nell’Introduzione al saggio:
Partendo da Uruk, antica città della Babilonia meridionale, le cui origini vengono fatte risalire al 4000 a.C, passando per Harappa, Atene, Alessandria, Roma, Baghdad, Lubecca, Lisbona, Amsterdam, Londra, Chicago, Parigi, New York, Varsavia, Los Angeles e Lagos, Wilson dimostra la tesi secondo cui le città non sono semplicemente uno spazio fisico fatto di strade, edifici e quartieri bensì organismi vivi che nascono, crescono, si modificano e a volte scompaiono.
Ben Wilson ci porta in un tour esilarante di più di venti città, attraversando un arco temporale di seimila anni, esaminando gli effetti positivi e negativi di quella che probabilmente è la più grande invenzione dell’essere umano: la città.
Le città sono luoghi che permettono le connessioni tra individui e, di conseguenza, sono posti in cui gli esseri umani godono di più servizi rispetto a chi vive nelle aree rurali. Con l’urbanizzazione aumentano l’aspettativa di vita, le opportunità, i comfort materiali, le scoperte scientifiche. Allo stesso tempo le città offrono anche l’anonimato e con esso un tipo di libertà che fa appello agli istinti più primitivi dell’uomo come il materialismo e il sesso.
La domanda che sorge spontanea è: “Un’utopia urbana è quindi possibile?”.
Metropolis, la recensione
Ben Wilson conduce il lettore in un viaggio spazio-temporale avvincente in cui propone da un lato un ripasso di nozioni storiche apprese in ambito scolastico, dall’altro la scoperta di curiosità e una riflessione filosofica sugli eventi che hanno caratterizzato l’invenzione e la crescita delle città.
Sappiamo tutti che al cuore della civiltà greca, per esempio, c’è la polis, termine che può essere tradotto con “città-stato”.
Ben Wilson va oltre questa conoscenza condivisa proponendo una riflessione profonda sulla differenza tra spazio privato e spazio pubblico e sull’evoluzione che quest’ultimo ha avuto passando dall’essere il posto dove si riuniva l’energia collettiva della città al diventare oggi quasi un luogo di controllo sociale.
In generale Wilson prevede un futuro desolante per le città tecnologiche dei prossimi anni, che potrebbero assomigliare a delle paludi piene di grattacieli che riciclano denaro; centri logistici pieni di robot che riforniscono le megalopoli di beni prodotti a minor costo; sistemi di video-sorveglianza che permettono di monitorare ogni singolo movimento. La cosiddetta ubiquitous city, la città onnipresente tempestata da sensori collegati a un computer centrale che funziona come cervello di questo organismo pulsante, è una conseguenza diretta degli eventi dell’11 settembre.
Ma come si arriva a questo punto? Per scoprirlo dovrete leggere Metropolis. Storia della città, la più grande invenzione della specie umana un libro intrigante, profondo e riflessivo. La sua lettura è fortemente consigliata.
Valeria de Bari