Breve Storia delle Donne “dalla testa piccola” nei disegni di Jacky Fleming

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Storia delle Donne “con la testa piccola” di Jacky Fleming

Nel libro “Breve Storia delle Donne” (titolo originale The Trouble With Women), la disegnatrice Jacky Fleming racconta con ironia perché l’universo femminile sia stato escluso dalla storia del mondo.

Una storia fatta di uomini geniali e delle loro mogli, sorelle, amanti, amiche, consigliere. O peggio ancora, muse.

Non è una storia per donne, per dirla con i fratelli Coen. E ciò viene confermato da una semplicissima teoria, supportata da scienziati famosi del calibro di Darwin: il loro cervello non in grado di studiare, apprendere, capire.

Le donne del passato disegnate da Jacky, di conseguenza, indossano bustini strettissimi, gonne molto ingombranti, ma soprattutto hanno piccolissime teste sopra le spalle. Sono chiuse dentro una bolla gigante, la sfera domestica.

L’idea del libro

Un giorno Jacky vede un documentario sul panorama artistico newyorkese degli anni Cinquanta. Tra tanti uomini geniali non viene menzionata nemmeno una donna. La sensazione di fastidio spinge l’autrice a digitare su Google una domanda un po’ insolita:

Le donne possono essere geniali?

Le risposte sono sconfortanti. Primeggia la teoria di Darwin sull’inferiorità femminile, provata mettendo a confronto una lista di grandi uomini e una di grandi donne. Ovviamente nell’Ottocento è stato molto facile trarre delle conclusioni affrettate.

Jacky, due secoli dopo, fa la stessa lista compilando ben undici bloc-notes. L’impresa sta diventando assurda. In quel momento arriva l’epifania.

Perché conosco solo una manciata di donne geniali quando sono così tante?

Nasce così l’idea di realizzare la Breve Storia delle Donne con l’intento di mostrare come le informazioni sulle donne siano state sempre accantonate, per poi finire nel dimenticatoio della Storia.

Il messaggio del libro

Il bello di questo libro è che possono leggerlo tutti. Le verità che svela sono semplici e immediate per uomini, donne, ma soprattutto per gli studenti perché “non è una lezione, non fornisce domande, ma rende le persone curiose. E la curiosità ti spinge a voler sapere di più.” 

E sicuramente, la ricerca su Google ha avuto questo effetto su Jacky.

Le ragazze potrebbero trarne ispirazione e i ragazzi avrebbero un nuovo rispetto per le donne, perché questo testo scuote le fondamenta che fanno sembrare la disuguaglianza normale agli occhi di tutti. Ma facendo ridere“.

Non a caso il libro inizia con la frase Nullius in verba, che significa “Non fidarti della parola di nessuno“:

“Il libro racconta come la storia che ci viene insegnata sia stata scelta deliberatamente per rinforzare il potere di un particolare gruppo di uomini. Dobbiamo stare molto attenti e cercare bene prima di accettare qualcosa come vero.”

“Questo è fondamentale ora con tutte le “false notizie” che circolano sul web e Donald Trump che afferma che qualunque cosa non gli piaccia sia “falso”, mentre è pronto a influenzare le persone con la sua stessa propaganda.” 

Ovviamente la Breve Storia non poteva dare spazio a tutte le donne. Ma alcuni profili storici mancano consapevolmente, non per ignoranza. E questo è già un grande passo in avanti. Tutto quello che si legge nel libro sul mondo femminile è vero, tranne una pagina. L’autrice chiede ai lettori di scoprire quale!

jacky fleming - breve storia delle donne

Questioni di Gender Gap 

Quando chiedo a Jacky se il suo libro può essere definito femminista mi risponde con la sua solita sagacia: Il papa è cattolico?

Il suo libro, dice, è femminista secondo la sua concezione del termine, così spesso screditato. A detta dell’autrice il bello del femminismo è che pone luce su aspetti prima invisibili: “E’ un privilegio guardare il mondo attraverso altri occhi. […] le donne non sono le uniche escluse dalla storia o le uniche a essere state definite dagli altri“.

A scuola abbiamo sentito parlare al massimo di qualche donna eccezionale, come Saffo, Jane Austen e Virginia Woolf. Ma dove sono finite tutte le altre? Jacky sottolinea che ci sono molti siti sulle donne, ma purtroppo vengono nominate sempre le stesse.

Dopo i moti femministi e l’arrivo dei Gender Studies è nata una curiosità nuova nei confronti delle donne antiche, molto spesso limitata ad ambienti di nicchia come l’Accademia e poco stimolata nelle scuole o dai media. Il gender gap non è superato. Le donne oggi lavorano e studiano ma comunque sono spesso vittime di pregiudizi e limitazioni nel mondo del lavoro, una sfera dove ancora sono viste come “di troppo”.

Una donna ci ha dato il wi-fi dopotutto, ma noi la ricordiamo solo come attraente stella cinematografica” (ndr Hedy Lamarr)

Siamo ancora donne “con la testa piccola”? Jacky stessa ammette di essere stata trattata più volte come tale, perché è una cosa considerata “normale”.

“Se le società sono organizzate per assicurarsi che le donne non possano raggiungere grossi traguardi, e se lo fanno questi non sono riconosciuti, sembra normale credere che siano esseri inferiori. Quindi sembra anche ragionevole che a decidere siano gli uomini e che le donne siano pagate meno. Non ci accorgiamo che le donne sono trattate come se avessero la testa piccola perché è una cosa naturale, radicata nella nostra cultura. Il pezzo sull’Arte a New York passa per un lavoro di ottimo giornalismo, realizzato da un professionista del settore. Nessuno avrebbe fatto molto caso all’assenza di donne.”

Certo è che più scopriamo le potenzialità femminili e quello che hanno potuto realizzare nel corso dei secoli, più è difficile tenere le donne chiuse in casa.

Lo stesso Darwin, quando sosteneva che il genere femminile fosse inferiore, sicuramente era consapevole che le sue parole avrebbero influenzato una società dove iniziavano le prime lotte per il diritto di educazione e di voto.

Con le sue teorie lo scienziato assecondava un celebre luogo comune, noto sin dall’antichità, secondo cui le donne dovevano essere escluse dalla vita pubblica e utilizzate nella sfera domestica come incubatrici di bambini, eterne bambine ignoranti, una proprietà che doveva essere venduta dal padre al marito per poi essere celebrata da lapidi tutte tristemente uguali: brava moglie, brava figlia.

Questo perché da sempre la donna viene vista come inaffidabile e volubile. Una creatura da controllare. Così forte da fare paura. E dunque davvero troppo pericolosa?

breve storia delle donne jacky fleming

Il segreto alla fine del libro

Jacky ha accettato molte traduzioni differenti del titolo del suo libro a patto che l’ultima parola fosse mantenuta nella stessa posizione per non rovinare l’effetto comico. Comprate il libro ma, come suggerisce l’autrice, leggetelo dall’inizio alla fine, resistendo alla tentazione di scoprire subito quale sia questa misteriosa parola!

La versione in inglese dell’intervista è scaricabile qui:

Jacky_Fleming_The_Trouble_With_Women_Interview_CulturaMente_Alessia_Pizzi

Alessia Pizzi

Alessia Pizzi
Laurea in Filologia Classica con specializzazione in studi di genere a Oxford, Giornalista Pubblicista, Consulente di Digital Marketing, ma soprattutto fondatrice di CulturaMente: sito nato per passione condivisa con una squadra meravigliosa che cresce (e mi fa crescere) ogni giorno!

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