Fast & Furious 8, il film che cambia volto al cinema

Fast & Furious 8

Onestamente, sono in difficoltà nello scrivere questa recensione, anche e soprattutto nei confronti di voi lettori.

Non ho mai visto prima d’ora un film della saga di Fast & Furious, e quindi iniziare col capitolo n° 8 (!?) non è il massimo. Specialmente quando sono chiamato ad analizzare e giudicare poi, avendo pochissime basi da cui partire, conoscendo praticamente zero della storia precedente, dei personaggi, delle loro relazioni ed evoluzioni.

Fortunatamente però è lo stesso Fast & Furious 8 a venirmi incontro, nonostante la mia doverosa premessa: questo è un film che si può gustare senza aver visto i sette precedenti. Non perché sia autonomo nella storia narrata, non lo è affatto, ma perché si propone come uno spettacolo cinematografico puro e semplice, senza sovrastrutture mentali o narrative.

Quindi, per vari motivi, forse Fast & Furious 8 è il film più importante nella storia del cinema.

Fast & Furious 8

Ho voluto inserire questa foto dopo ciò che ho scritto per darvi il tempo di respirare, metabolizzare e comprendere la mia affermazione, che evidentemente e naturalmente va presa con le molle (molto grandi, se possibile).

Fast & Furious 8 è un film così radicale, estremo, ambizioso, grande, spaccone e menefreghista di tutto da porre un deciso confine su tutto il modo di vedere ed intendere il cinema.

Da fan delle sfumature e dei lati grigi, lo dico: per una volta non ci sono vie di mezzo.

Più che un film allora, Fast & Furious 8 è l’apoteosi dei due modi opposti di vivere il cinema che esistono, e combattono, fin da quando i fratelli Lumiere hanno inventato questa straordinaria arte. E’ la definitiva esplosione ed esplorazione delle antitesi tra cinefili e fans occasionali, tra spettatori snob e spettatori semplici, tra meno e più.

Ed è giusto fare questo discorso adesso, e non con altri film, per il livello di attenzione che questa saga riceve, e perché è un prodotto assolutamente originale e non derivato (come i film di supereroi, ad esempio).

Da un lato, Fast & Furious 8 è l’apice del cinema commerciale.

Non ci sono dubbi su questo. Credo di non aver mai visto in vita mia un blockbuster così baldanzoso nella propria purezza di veicolo totalmente dedito all’intrattenimento senza nulla di complicato o velatamente pensato. Due ore di effetti speciali e rumori, divertimento e combattimenti, inseguimenti ed esplosioni, in cui gli spettatori si rilassano, mangiano pop-corn e ridono senza pensare a ciò che c’è al di fuori della sala cinematografica.

Qui il cinema abbraccia senza rimorsi o compromessi la sua natura di giocattolone per le masse, in cui ogni singola scena o singola battuta è dedicata al’intrattenimento. Non c’è spazio per altro, e la creatività è semmai indirizzata ad inventare qualcosa di sempre più grande e sempre più incredibile per stupire. Non c’è saturazione, perché Fast & Furious 8 dribbla il trash con una dose di coolness e carisma che trasuda da ogni inquadratura o primo piano.

E’ incontaminato spettacolo, in cui non c’è nulla fuori posto o scabroso, e può piacere a spettatori di tutte le età, di tutte le estrazioni sociali, di tutte le provenienze geografiche. E’ un caso unico e supera tutto il resto perché, pur nel panorama attuale stracolmo di blockbuster, nessuno ha il coraggio di essere così dannatamente onesto e al tempo stesso efficace.

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Dall’altro lato poi, Fast & Furious 8 è il rifiuto del cinema come arte.

Non è tanto il problema di ricordare che si è partiti da action di strada col primo film e ora si è arrivati ad uno squadrone di mercenari sacrificabili che devono evitare la Terza Guerra Mondiale (anche i film di James Bond hanno una evoluzione esageratissima, eppure la saga dura da più di 50 anni). Semmai, ciò che fa rabbrividire è la tranquillità con cui si accetta di confondere l’intrattenimento col rincretinimento degli spettatori.

Il film invita il proprio pubblico a spegnere il cervello per due ore e accettare un agente segreto dalle risorse illimitate. Accettare che un gruppo di criminali di macchine sia chiamato alla difesa delle armi nucleari. Accettare che ci sia un inseguimento di auto zombie (non è uno scherzo). Guardare l’attore The Rock fermare A MANI NUDE e rilanciare un missile. Sopportare che un villain temutissimo e spietato passi tutta l’azione dietro a schermi e tastiere.

E, difetto imperdonabile, accettare di veder così sprecata una signora chiamata Helen Mirren.

E quindi dobbiamo accettare anche zero sforzo recitativo, dialoghi totalmente focalizzati sulle one liners, testosterone come se piovesse ed un’emotività che più spicciola e zuccherata non si può. Questa saga in passato era molto accusata di tamarraggine forzata, ora semmai stupisce il senso del ridicolo che lì avvicina a I Mercenari.

Dopotutto, siamo onesti fino in fondo, se dovessimo trovare un genere di riferimento, si può dire senza remore che Fast & Furious 8 appartiene al genere fantasy.

Insomma, voi da che parte state?

Vi invito a prendere posizione, e sia chiaro, per una volta non vale la risposta “non posso godermi entrambi i modi di vivere il cinema?”

La risposta è no, non solo perché è la via più facile, ma soprattutto perché questo Fast & Furious 8 non si è guadagnato sul campo tale risposta. Si può e si deve apprezzare e vedere il cinema d’arte e il cinema commerciale, ma quando il cinema d’intrattenimento è intelligente, non quando chiede di prendere il cervello e non solo spegnerlo, ma prenderlo e buttarlo via.

Davvero siete disposti, pur di passare due ore rilassati, a lasciare che un film insulti la vostra intelligenza?

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Emanuele D’Aniello

Malato di cinema, divoratore di serie tv, aspirante critico cinematografico.

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